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Eurobasket 2015, non dite a Pianigiani che battere la Svizzera è una formalità

di Umberto De Santis

Un uomo sempre sul pezzo. La caratteristica, quasi maniacale, che ricordi in tanti anni di Simone Pianigiani al PalaEstra a guidare la Mens Sana più di ogni altra cosa. In parole più nobili l'etica del lavoro e il rispetto dell'avversario di turno. Il clima compiaciuto del "ce l'abbiamo fatta" prima ancora di scendere in campo in Svizzera contro la Nazionale elvetica, al C.T. dell'Italia certo non garba per nulla, come i calcoli aritmetici che ci vedranno al prossimo Eurobasket 2015, anche in caso di sconfitta "a condizione che".

Oggettivamente le condizioni con cui gli azzurri arrivano alla trasferta di Bellinzona, nel Canton Ticino, sono le migliori che, poco sportivamente, si potrebbero desiderare. Gli avversari sono a pezzi, demoralizzati dall'esser già fuori dai giochi dopo la quasi clamorosa vittoria all'andata contro i Russi. La defezione di Sefolosha, l'infortunio prima di Capela poi di Brunner hanno ridotto notevolemnte l'apporto di qualità di un paese che non ha mai prodotto grandi talenti cestistici.

La bastonata rimediata in Russia, poi, è una fotografia impietosa dell'attuale stato del basket elvetico. Quindi non ci saranno problemi e si diffonde tra la stampa e i tifosi un clima di successo compiaciuto che è il peggior nemico di un allenatore. Per fare un canestro in più dell'avversario, condizione indispensabile per vincere una partita di basket, occorre concentrazione e umiltà costante. La capacità di lavorare sui difetti dell'avversario invece di esaltarne le qualità. Le feste a dopo.

N.B. Passano 6 su 7 delle seconde di ogni girone, alla festa allargata dell'Eurobasket in cui si vuole concedere un minimo di visibilità a chiunque abbia movimento e soldi da spendere, e l'Italia scende in campo a Bellinzona con un rassicurante +28 nella differenza canestri. La gestione del vantaggio però è una delle cose che Pianigiani teme di più da sempre.


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