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A2 - Valtur Brindisi nuovamente sconfitta a Cividale, il commento

di Michele Longo

C’è un famoso meme che gira online, relativo al famoso videogioco GTA che raffigura un ragazzo per strada che esclama: “Oh sh** here we go again”. Si usa sui social ogni volta che si deve descrivere una situazione ricorrente e che si vorrebbe evitare a tutti i costi. Non c’è modo migliore per descrivere l’inizio di campionato della Valtur Brindisi.
La situazione di quest’anno è tremendamente simile a quanto vissuto dai tifosi brindisini durante gli albori della scorsa Serie A, quando la squadra si è trovata con un roster decimato dagli infortuni e giocatori fuori forma che hanno provocato un filotto di sconfitte, poi decisivo per la retrocessione. Fortunatamente per Brindisi le condizioni attuali sono ben diverse e non c’è di certo il rischio di vivere nuovamente le dinamiche del recente passato, ma dopo la sconfitta di Cividale per 79-70, la testa di molti brindisini è andata proprio lì.

Dopo aver perso in casa contro Avellino, Brindisi cade anche a Cividale, campo ostico in cui qualsiasi squadra fatica e in cui bisogna essere al 100% per sperare di tornare a casa con il bottino pieno. La Valtur di Piero Bucchi è ben lontana dall’essere al massimo della forma e dall'avere una buona alchimia di gioco. La squadra che ha ben impressionato nel precampionato, al momento, non esiste più e con ogni probabilità ci vorrà ancora qualche settimana prima di rivederla. Brindisi è ancora senza De Vico, perno fondamentale di attacco e difesa, e lo sarà anche domani quando scenderà in campo contro Cantù. Il giocatore è rimasto nel capoluogo pugliese per seguire le terapie e probabilmente sarà arruolabile per la partita di domenica contro Forlì. Calzavara è rientrato, anche un po’ a sorpresa, ma è ad anni luce dalla forma migliore. Lo stesso si può dire per Radonjic e Fantoma che sono apparsi opachi e non pronti per dare il loro fondamentale contributo dalla panchina. La partita contro Cividale è stata molto simile a quella persa contro Avellino. Equilibrio per 35 minuti, salvo poi crollare nel finale e prendere il parziale decisivo che ha decretato la seconda sconfitta stagionale su altrettante partite. Brindisi ha sbagliato a non azzannare la partita quando poteva, ha giocato un ottimo primo quarto in difesa (solo 14 i punti concessi), ma non ha saputo essere incisiva in attacco, sbagliando tiri semplici anche ben costruiti. Si poteva avere maggiore malizia, come sottolineato da coach Bucchi nel post gara, e portare la partita sui propri binari, ma Brindisi al momento non ha né la forza, né le energie fisiche (Allen anche ieri in campo per 37 minuti), né la maturità di squadra per farlo. Andiamo a vedere nel dettaglio le considerazioni principali emerse dal match di ieri sera.

COSA VA
IL REPARTO LUNGHI
- La coppia Vildera-Ogden è ben assortita, giocano bene, si cercano tra di loro e dimostrano di avere già una grande intesa. Vildera è molto abile a far valere il suo fisico sotto canestro, mentre Ogden riesce a spaziare per tutto il fronte offensivo come pochi lunghi in questo campionato. Sono loro ad aver messo in crisi Cividale nel primo quarto e ad aver prodotto la mole di gioco più importante.
ARLETTI – Arrivato come ultimo italiano, dopo un’annata non di certo memorabile a Udine, il suo lo sta facendo. Certo, forse esagera un po’ troppo con le conclusioni (16 tiri sono un po’ troppi tenendo conto che solo Allen ne ha presi di più) e delle volte sembra accontentarsi troppo della tripla, senza sfruttare il suo smisurato atletismo
LE LETTURE SUI CAMBI – Nel primo tempo Brindisi è stata abilissima nell'aggredire tutti i cambi difensivi di coach Pillastrini. Pronta a punire da fuori ogni volta che Ogden era accoppiato a un piccolo e sul pick ‘n roll nei casi opposti. Si tratta sicuramente di un buon punto da cui partire per costruire i possessi offensivi.

COSA NON VA
LA DIFESA – Soprattutto nel settore dei lunghi c’è ancora qualcosa che va registrato. Domenica scorsa Lewis di Avellino ha spadroneggiato a rimbalzo, mentre ieri Dell’Agnello (21 punti), lungo abbastanza sottodimensionato e atipico, ha messo in crisi chiunque lo abbia marcato.
IL PLAYMAKING – Laquintana è un giocatore di rottura che, per tutta la sua carriera, è stato usato per entrare dalla panchina, cambiare ritmo e fare male alle difese con le sue penetrazioni. Quest’anno però è il play titolare e deve giocare in modo diverso. Troppe volte ha cercato l’incursione nel pitturato, invece di leggere le diverse situazioni di gioco e mettere in ritmo i compagni. In questo momento a Brindisi il play non “parla” con i lunghi e offensivamente è un problema, soprattutto quando le difese alzano la propria intensità nei momenti caldi. Calzavara è stato preso anche per questo, lui può sicuramente gestire il gioco meglio di Laquintana, ma è giovane, deve crescere ed è appena rientrato in squadra dopo un infortunio al polpaccio molto fastidioso.
ALLEN – Non è un play, ma gioca spesso da play proprio per le carenze indicate nel punto precedente. Questo lo porta a snaturare il suo gioco e a prendere tiri che non sono nelle sue corde. Il tabellino recita 19, ma con un misero 6/17 dal campo.
LA PANCHINA – L’abisso che in questo momento c’è tra quintetto base in panchina è enorme e preoccupante, anche se giustificato dalla scarsa condizione di molti componenti. Ieri ha prodotto la miseria di 4 punti, tutti di Del Cadia, e ha subito dilapidato tutti i vantaggi costruiti dai titolari. Basti guardare le valutazioni (Calzavara -6, Radonjic -4, Fantoma -2) per farsi un’idea. Niente che non si sapesse già in ogni caso. Il secondo quintetto è infarcito di giovani che devono crescere e imparare a giocare il basket che vuole Piero Bucchi.

COSA FARE
Brindisi domani sarà di nuovo in campo contro Cantù in una trasferta difficilissima e si troverà nelle medesime condizioni di emergenza. La sconfitta è da mettere in preventivo, così come domenica ospiterà Forlì che è un’altra corazzata. Il rischio di iniziare con un mini-filotto di sconfitte c’è, quindi è importante mantenere la calma, non scomporsi e ricordarsi che il campionato è lunghissimo. Tutte le grandi devono ancora ingranare e, come si suol dire, il cavallo buono si vede all’arrivo. I tifosi devono avere pazienza e capire la situazione poiché per fare i processi è decisamente troppo presto.


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