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A2 - Virtus Roma, obiettivo salvezza: l'analisi di un momento

di Edoardo Caianiello

La sconfitta con Reggio Calabria è un punto, un altro di una lunga serie oramai. Luca Bechi è un ottimo allenatore, non un mago che con un tocco di bacchetta magica può salvare così la stagione della Virtus Roma. La classifica nella sua cruda realtà indica chiaramente quelli che sono gli obiettivi: il quart’ultimo posto, che vorrebbe dire salvezza senza passare per la roulette dei playout ed un necessario intervento sul mercato: con Thomas nel mirino ed un play d’esperienza da dover inserire, ora più che mai.

CLASSIFICA E CALENDARIO. La prima vede la Virtus in solitaria al penultimo posto: la sconfitta con la Metextra pur non cambiando nulla rispetto alla situazione della settimana scorsa (viste le sconfitte di Eurobasket e Treviglio) aggiunge la grande delusione dell’occasione persa, soprattutto perché avvenuta tra le mura di casa che sino a quel momento avevano la sembianza del rifugio sicuro.

Scafati in trasferta, poi Trapani al Palazzetto dello Sport e poi il doppio confronto in Piemonte con Tortona e Casale Monferrato: quattro partite di un livello di difficoltà elevato e che sulla carta, oggi, vedono partire sfavorita la Virtus contro ognuna delle avversarie indicate.

MERCATO (e sfortuna). Quando piove, grandina: si fa male anche Filloy, arrivato per sostituire l’infortunato Benetti, un altro sfortunato tassello che si aggiunge alla travagliata stagione di Massimo Chessa. La squadra di Bechi ha le sue certezze, la prima è sicuramente Lee Roberts, la seconda è la difesa, guidata da Giuliano Maresca, la terza è il sicuro apporto di Aristide Landi.

Il coach livornese non può di certo mutare il volto di un sempre più indolente Thomas. Il rendimento numerico dello statunitense è abbastanza evidente (20 punti di media in 35 minuti di impiego) ma quello che rimane dal campo è di un apporto sempre più alieno rispetto a quello che realmente e funzionalmente serva ai capitolini. Anche statistiche inferiori ma che pesino di più.

C’è una situazione Baldasso che merita chiarezza. La scelta estiva è stata chiara: affidare al giovane italiano le chiavi della regia capitolina, un progetto che necessitava di tempo e di risultati ma che ora non può essere più aspettato. Serve una carta d’identità più usurata che ora, più che mai, dia un ritmo ed una tranquillità differente alla manovra romana ed al torinese. Non è un (od “il) problema il fatto che Tommaso Baldasso (classe 1998) giochi determinati minuti ma non è questa la situazione affinché i minuti (tanti o pochi) possano esprimere una qualità che ora non c’è e non viene mostrata e che mostra invece come più grandi, di quelli che normalmente sarebbero, atteggiamenti ed errori che in un momento del genere, stonano e non poco.

RISPOSTE. Quello che è certo che la sconfitta di ieri ha esautorato la pazienza anche di chi costantemente si pone al seguito della squadra sugli spalti e che ieri non ha potuto non fare a meno di manifestare rabbia e frustrazione.  Sono tante le domande che affliggono la testa dei tifosi capitolini, che si ritrovano dopo l’autoretrocessione a doversi confrontare con l’incubo dei playout ancora una volta. Un momento che ora ha quindi bisogno di risposte: dal campo e dal mercato per salvare la stagione e poi anche dagli uffici presidenziali per chiarire intenzioni, figure e progettualità di una squadra, la Virtus, di una città, che è Roma.

 


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