ESCLUSIVA PB - Pesaro, Nicola Egidio: «Gruppo motivato, l'elettricità della piazza ulteriore sprone»
Reduce da un'annata chiusa con la retrocessione dalla Serie A, la Carpegna Prosciutto VL Pesaro ha raccolto i pezzi e si è immediatamente rimboccata le maniche per provare la risalita quanto prima. Non sarà facile in una Serie A2 mai come quest'anno competitiva. Ma la decisione di puntare su Pino Sacripanti è sinonimo di desiderio e volontà di provare a fare il massimo. Tra i volti nuovi del club anche Nicola Egidio, da giugno nuovo assistente General Manager. Con Sacripanti ha già condiviso l'esperienza a Scafati lo scorso anno dove ha ricoperto il ruolo di direttore sportivo. Con lui, che ha anche un passato a Treviso come responsabile scouting, abbiamo fatto il punto della situazione in casa VL nel weekend dell'inizio della nuova annata.
Ciao Nicola, potresti tracciarci un bilancio sulla pre-season.
«È stato un precampionato che è servito per iniziare a definire le gerarchie. Ci sono stati alti e bassi, com'è fisiologico che sia. I risultati in questa fase lasciano il tempo che trovano: basti pensare a una squadra come Orzinuovi che ha collezionato diversi risultati negativi e, poi, batte Cantù in Supercoppa stando avanti tutta la partita. Quanto alla qualità umana del gruppo, invece, le impressioni sono molto positive».
Come hai trovato la piazza e come ha risposto a questo nuovo capitolo dopo la retrocessione ma con nuovi stimoli? E per te com'è ritrovare Pino Sacripanti in questa nuova avventura?
«C'è stato un reset quasi generale, quello che si è venuto a formare è un gruppo di lavoro giovane, motivato e complementare. Qualsiasi processo richiede tempo, ma l'elettricità della piazza fungerà da ulteriore sprone. Pesaro è terra di basket, la tifoseria desidera mettersi alle spalle quanto prima la brutta parentesi della passata stagione e l'entusiasmo è testimoniato dal buon numero di abbonamenti sottoscritti.
La mia scelta di Pesaro? Dopo le belle esperienze con Treviso e Scafati, ho ritenuto che questo fosse il momento storico propizio per vivere un'avventura come questa, dal momento che la retrocessione dello scorso anno ha sì generato delusione e frustrazione, ma ha al tempo stesso posto le basi per un riassetto e una ripartenza. Con Pino c'è un feeling prima umano che tecnico. La sua esperienza, unitamente alla qualità di uno staff tecnico di primo livello, sarà determinante».
Qual è stata l'idea della costruzione della squadra e la scelta degli stranieri? Nuovo format di A2 e tanta competizione sul mercato per cercare gli italiani migliori.
«Personalmente un mercato totalmente differente rispetto a quello a cui ero abituato, non essendomi mai cimentato con la A2. L'idea è stata quella di mettere insieme italiani che avessero familiarità con la competizione e stranieri in rampa di lancio che potessero vedere Pesaro come un'opportunità per dare continuità e slancio alla propria carriera. Sarà un campionato lungo e dispendioso, ma credo che questo nuovo format sia molto più meritocratico in quanto premierà la squadra che realmente sarà risultata la migliore nell'arco delle 38 partite».