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SOCIAL - Biella, Galbiati: "Sono fiducioso per il futuro"

di Emiliano Latino
Fonte: Pagina Instagram @passionegialloblu
Coach Paolo Galbiati

Dalla stagione 2019-2020 diventa head coach della Pallacanestro Biella in Serie A2, ma Paolo Galbiati (Paolino per i tifosi) non dimentica i trascorsi sotto la Mole e si racconta in questa bellissima intervista alla pagina Instagram @passionegialloblu

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Come stai passando questa quarantena? Sei fiducioso per il futuro del campionato?

"Ho cercato di rimanere sempre sul pezzo guardando partite e allenamenti. Devo dire che all’inizio ho patito la situazione, non lo nascondo, ma mi sono abituato e mi sono aggiornato e informato su tutto. Per il futuro bisogna essere fiduciosi: questa situazione ci ha insegnato che anche le piccole cose preziose e importanti. Per il campionato sarà molto difficile ripartire, ma rimango fiducioso, sperando che questa situazione, finisca il prima possibile con il rispetto delle indicazioni che ci sono state date. "

Come hai iniziato ad innamorarti del basket e quando hai scelto di vedere il basket da un altro punto di vista quindi da allenatore?

"Ho iniziato tardi a giocare e, onestamente, dopo il primo allenamento mi sono innamorato della pallacanestro: iniziai a guardare tutte le partite di NBA, appendendo in camera tutti i poster di qualsiasi giocatore. La mia carriera tra i giovani è iniziata presto, mentre per i senior ho dovuto aspettare un po': a 18 anni, grazie ad un amico di mio padre che era un allenatore di mini basket, iniziai la mia prima esperienza come vice allenatore. Successivamente andai ad allenare tra i professionisti alla Bernareggio facendo i campionati di eccellenza fino al giorno che Marco Gandini mi portò a Milano....da li iniziò la mia carriera da allenatore."

Avresti mai immaginato di raggiungere un livello così alto?

"Nel mio percorso giovanile ho fatto 2 anni a Milano, poi a Treviglio e fui soprannominato "Boscia" (come Tanjevic) perché in campo parlavo sempre; lo dico perché mi è sempre piaciuto parlare in campo cercando sempre di insegnare e impartire indicazioni. Non c'è mai niente di sicuro però ci ho sempre provato e ho sempre lottato per allenare ad alti livelli con la fortuna che ha accompagnato il mio percorso."

Che emozioni hai provato a far parte del progetto Olimpia Milano dove hai vinto anche un campionato U-17?

“Far parte del progetto Milano è stato sicuramente qualcosa che ti rende molto orgoglioso e allo stesso tempo responsabile visto che hai gli occhi di tutti addosso. Quando abbiamo vinto il titolo le emozioni furono incredibili: il roster era molto forte e potevo contare su uno staff molto competente. Ancora oggi penso a quella vittoria e sono orgoglioso di averne fatto parte.”

Che emozioni hai provato ad essere vice di Banchi, Recalcati e Brown?

“Sono state tutte esperienze totalmente diverse dove ho instaurato rapporti completamente diversi tra loro. Con Luca o un rapporto speciale e gli sarò sempre riconoscente perché mi ha portato a Torino: ha sempre creduto con me e credo che sia tra i migliori allenatori italiani. Con Charlie ci sono stato troppo poco, arrivò in un momento di pura follia ed è un peccato perché in quel poco tempo abbiamo avuto un discreto rapporto umano e nel complesso posso dire di aver imparato molto da lui. Larry è una leggenda e mi dispiace per come sia finita perché avrei fare molto volentieri una stagione completa insieme e sono onorato di essere stato suo assistente.”

Raccontaci il feeling che ai avuto con la piazza e il roster torinese.

“I due anni a Torino sono stati molto formativi, belli e intensi, ma allo stesso tempo tosti e molto complicati. I tifosi torinesi sono meravigliosi perché ci hanno sostenuto sempre e ci hanno aiutato quando eravamo in difficoltà. Torino merita un palazzetto sempre pieno in tutte le partite perché i tifosi fanno la differenza, lì ancora di più. Con i giocatori c’è sempre stato un grande rapporto, ma come normale che sia, ci sono stati ragazzi con cui il feeling è stato più evidente. Grazie a Torino ho instaurato un rapporto meraviglioso con Peppe Poeta, molto simile a me per carattere e ha un grande, ma senza fare l’elenco dei nomi, sono stato bene con tutti.”

18/2/2018...Torino vince la Coppa Italia, cosa hai provato quel giorno e che cosa provi ancora oggi?

Quando vinci i quei momenti non capisci più nulla: avevo un grandissimo senso di responsabilità e dovere dopo l’esonero di Banchi e le pressioni erano enormi. Volevo far bene, non è stato facile visto che avevamo tantissimi problemi a livello di roster legati alle assenze di Okeke, Stephens e Patterson. Ancora provo delle emozioni fortissime e sono orgoglioso per quanto fatto.”

Le tue impressioni su Basket Torino.

“Io spero che questo progetto si fortifichi e che continui sulla strada intrapresa, per la città e per i tifosi. Il Presidente Stefano Sardara è un genio perché è stato fondamentale, non solo per Torino, ma per tutto il basket italiano- Quest’anno il roster era molto forte e costruito per raggiungere obiettivi importanti. Auguro a Torino tutto il meglio possibile e meritano di tornare in Serie A.”


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