Social Osa Milano in B: la forza di saper volare con i piedi per terra
Da sempre alla Social OSA Milano devono amare tanto giocare con la palla arancione quanto con le parole. Risalente al 1948, anno della fondazione di quella che è diventata la terza squadra di basket della metropoli con la recente promozione in B interregionale, quel tanto moderno “Social” sta in realtà per “Società dell’allegria” (giusto quella che spesso tolgono FB, Instagram e affini e che invece regala lo stare insieme su un campo di pallacanestro) e quell’ “OSA” è invece l’acronimo di Oratorio Sant’Agostino, anche se può essere interpretato come un esortativo a non aver timore di migliorarsi sempre. Rafforzato nell’epoca degli hashtag da quel #solochiosavola che ben sintetizza lo spirito che ha caratterizzato la promozione in C Gold del 2019 e l’attuale salita in B interregionale dopo aver perso per 1-2 nei playoff la prima occasione contro la Pallacanestro Gardonese ma aver sfruttato la seconda con un perentorio 2-0 sulla Basket 7 Laghi Gazzada.Sul doppio salto di categoria ci sono ovviamente tante firme, ma c’è anche e soprattutto quella di coach Paolo Avantaggiato, arrivato sulla panchina della Social OSA nella stagione 2017-2018 e guida non solo tecnica di un percorso certo sorprendente, ma non frutto del caso.
“Il punto di svolta va messo alla vigilia della stagione 2018-2019, quella della promozione in C Gold, quando abbiamo deciso di alzare l’asticella con l’inserimento di Andrea Michelori e Alberto Angiolini. Da allora abbiamo poi continuato a osare ma senza mai dimenticare che la nostra priorità è quella di assicurare l’attività del settore giovanile”, racconta lo stesso Avantaggiato, che vanta anche un passato da team manager a Cantù e prima ancora all’Olimpia Milano, raccogliendo così moralmente l’eredità di Franco Casalini, che allenò le giovanili della Social OSA prima di contribuire a scrivere la storia delle Scarpette Rosse. Con gli intrecci tra la prima e la terza squadra di Milano (nel mezzo c’è l’Urania, ormai stabilmente in A2) che annoverano anche Mario Governa, decimo uomo dell’Olimpia dei ruggenti e vincenti anni Ottanta e oggi direttore sportivo della Social OSA, incrociata originariamente da padre di un ragazzo delle giovanili.
“Mario è l’anima agonistica, mentre il presidente Alessandro Airoldi incarna quella sociale, sviluppata tra l’altro anche con il progetto Overlimits che fa giocare a basket ragazzi affetti da autismo, sindrome di Down e forme di ritardo mentale, e con attività di recupero promosse con il carcere minorile Beccaria”, prosegue coach Avantaggiato. “Ai miei occhi queste due figure sono come due rette parallele che non si incontrano mai, ma che proseguono insieme e tracciano la via nella giusta direzione. Come detto, il primo obiettivo della nostra società è quello di far giocare i 180 ragazzini del mini-basket e i 150 delle giovanili: una sfida non facile, vista la cronica carenza di impianti a Milano, nella quale possiamo anche vantare l’importante vittoria di essere riusciti a non alzare negli ultimi anni la quota di iscrizione a carico delle famiglie. Il secondo obiettivo è invece quello di avere una prima squadra appunto all’insegna del #solochiosavola ma in modo sostenibile, ovvero con una gestione economica che non deve gravare nemmeno per un euro sul settore giovanile: siamo arrivati alla B interregionale grazie alle risorse messe a disposizione da un prezioso pool di aziende e singoli sostenitori che ci accompagneranno anche in futuro e ai quali speriamo possano aggiungersi altri soggetti”.
Guardando avanti, da neo-promossa la Social OSA punta a centrare la salvezza in B interregionale, ma anche qui senza rinunciare alla sua natura intrinseca: “Dopo la promozione in C Gold avevo deciso di mantenere solo alcuni giocatori del nucleo della C Silver e il campo ha poi detto che avevo commesso un errore”, riprende coach Paolo Avantaggiato. “Ecco perché questa volta ho chiesto alla società di fare l’opposto: mantenere il gruppo che ha ottenuto questa fantastica promozione inserendo un paio di giocatori d’esperienza che andranno a sostituire Matteo Battisti e Nicolò Gorla, non per scelta tecnica ma perché le nuove scelte di vita impediscono loro di continuare a vestire la nostra maglia”.
Se non sbagliare gli innesti nel roster è ovviamente fondamentale per continuare a tenere alta la famosa asticella, c’è anche un altro fattore che secondo coach Paolo Avantaggiato potrà fare la differenza: “Questo salto di categoria ci impone di essere ancora più professionali, anche se non siamo professionisti. Parlo della squadra, ma anche di tutta l’organizzazione che le sta intorno: la Social OSA nel suo insieme dovrà alzare l’asticella e sono certo che potremo ancora una volta contare su tutta la nostra gente. Per riempire il più possibile il PalaIseo, dove stiamo pensando di giocare il sabato alle 18 proprio per favorire l’affluenza delle famiglie, ma anche per superare tutti quei piccoli-grandi ostacoli che l’avventura in B interregionale comporta”.
Intanto, per portarsi avanti, il club si è già inventato dalla scorsa stagione il Social OSA Lab, cioè uno staff con più specialisti (dal fisioterapista all’ortopedico) a disposizione dei giocatori non solo in caso di infortunio. Essere professionali anche senza essere professionisti, appunto. (Paolo Corio)