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EuroLeague - CSKA, altro esame per Simone Pianigiani da una città col fucile puntato

di Umberto De Santis

Non era facile arrivare con la frangia del tifo sui social media a fare la fronda. Ma Simone Pianigiani e Livio Proli hanno tirato avanti, come il poeta del "Non ti curar di loro". Tanto ogni partita, ogni allenamento, ogni spiffero a Milano è una prova d'esame. Avere l'approvazione dai benpensanti del parterre o degli stakanovisti del web non serve a nulla. Chiuso a doppia mandata lo spogliatoio e con un maggiore controllo sulla vita privata fuori dal palazzo degli esuberanti giovanotti - la città del ber di una volta è foriera di distrazioni - e con un programma tecnico preciso, il coach senese ha già fatto il rullo compressore come ai bei tempi della beneamata Montepaschi. Due su due e Supercoppa, due su due in campionato. Da togliere il fiato alla contestazione. Con un playmaker e una guardia finalmente sani, con ruoli ben definiti e potenziale di crescita che permette oggi di portare a casa le vittorie con l'estro individuale di Theodore e Goudelock ma con un futuro (vedi Jefferson, un nome per tutti) ancora da costruire.

A Milano gli esami non finiscono mai. E già si vede la batosta nella gara d'esordio a Mosca di EuroLeague. Un CSKA che facesse a pezzi l'Olimpia è quanto sperano gli amanti dei titoloni sui giornali. Il primo anno da capoallenatore a Siena Pianigiani ne prese due, di batoste, da una squadra russa che aveva due lungagnoni lituani di nome Lavrinovic. Ciò non gli impedì di vincere tutto quello che è arrivato dopo, solo che in provincia quando si perde non si fanno i melodrammi in salsa meneghina. Certo il CSKA schiera Rodriguez e De Colo come play e guardia intercambiabili, ma la partita è tutta da giocare, anche i russi stanno inserendo i nuovi. Ma qualcuno intona già i de profundiis, e non si capisce a che pro. Uno dei problemi della pallacanestro italiana è la mancanza di entusiasmo verso quello che si fa e la mancanza di fiducia nel futuro, e le annunciate riforme di Tanjevic a proposito nulla possono.


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