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Europei U18 F: buona la seconda con la Serbia ma che sofferenza

di Eduardo Lubrano

L’Italia ha battuto la Serbia 68 a 66 nella seconda partita degli Europei U18 in Portogallo. Di buono ci prendiamo la vittoria, il risveglio di alcune giocatrici, la voglia di combattere di Emma Zuccon e la vena realizzativa di Emma Giacchetti. Di meno buono rimane una difesa che a tratti si spegne, le palle perse ed i 19 rimbalzi concessi in attacco alle nostre avversarie, sui 50 totali della Serbia contro i 35 nostri.

Inutile girarci intorno, questa Nazionale U18 sta giocando per mantenere il posto nella Division A Fiba e quindi ogni partita sarà una sofferenza. Lo è stata la partita con la Serbia perché dal 5 minuto del terzo quarto, dopo cioè che Piatti – una di quelle risvegliate almeno a livello di punti segnati -  ha messo nel canestro il pallone del 42 a 63 per noi, massimo vantaggio della partita per l’Italia, non abbiamo più giocato.

Il buio. In 15 minuti le nostre ragazze hanno segnato appena 5 punti subendone 24 con la Serbia che ha avuto l’ultimo pallone per pareggiare o superarci e lo ha giocato male. Eppure la partita – dopo l’8 a 2 iniziale -  si era messa bene per noi con l’ingresso in campo di Giacchetti che ha messo in moto sé stessa e le altre e ci ha guidato fino al 17 a 20 al primo riposo.

Lo show offensivo della giocatrice di Campobasso è proseguito nel secondo quarto e con lei (che alla fine ha scritto 24 punti con 6 assist e 32 di valutazione) sono cresciute Piatti, Trozzola, Ramon insieme alla solita Zuccon che fa un lavoro difficile da far entrare nelle statistiche perché “spizza” ogni pallone non preciso delle avversarie, non c’è “zuffa” per una palla vagante nella quale lei non sia la prima a buttarsi ed è sempre pronta a rimbalzo – 11 la migliore delle nostre - pur essendo non tra le più alte. Fatto sta che la nostra difesa ha tratto beneficio dai cambi fatti da coach Andreoli ed ecco che come sempre accade, l’attacco si è messo a girare molto bene: 39 a 47 a metà partita, 42 a 63 come detto, al 25°.

Giunte lì, le nostre si sono rilassate? Forse. La Serbia ha giocato meglio all’improvviso? No perché ha continuato con la sua partita ed il suo ritmo. E’ che noi abbiamo perso palloni in modo banale lasciando via libera al contropiede, ci siamo fatte surclassare a rimbalzo ed abbiamo mancato diverse occasioni in attacco. Da cui la sofferenza finale. Ma non possiamo e dobbiamo aspettarci molto di più. Qui il tabellino.

Questa U18 è una squadra che non ha il talento di altri gruppi e dunque deve letteralmente battagliare per ogni possesso, tiro, passaggio e difesa. Una volta si sarebbe detto che è una “squadra operaia” con tutta la dignità che merita questa definizione. Può darsi vada rispolverata come concetto quella frase, soffiando sul fuoco dell’agonismo che può tirarci fuori dai guai.

Poi serve anche una riflessione immediata su come gestire i finali di partita: nessuna di queste ragazze nelle rispettive squadre di club è abituata a giocare i momenti decisivi con la palla in mano e questo si riflette nelle scelte importanti. E’ una squadra che va sostenuta, aiutata, stimolata certo con forza ma soprattutto con la consapevolezza che, per adesso, deve giocare così perché di più non si può. E quindi la partita di domani, lunedì 5 agosto alle 14.00,  - con la Germania - diventa la chiave di volta di questa rincorsa alla salvezza. Una partita di lotta. E forza ragazze.


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