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Europei U18 F: l'Italia apre con una sconfitta con il Portogallo

di Eduardo Lubrano

La prima partita della Nazionale italiana U18 agli Europei di categoria in Portogallo è stata un pezzo del puzzle che compone lo status della nostra pallacanestro femminile: ha vinto il Portogallo padrone di casa, 68 a 49. E non è nel largo punteggio maturato alla fine della gara che sta quel pezzo del puzzle.

Perché quel pezzo va ricercato nell’andamento della partita. Primo quarto tremebondo delle nostre, indecise su come prendere il pallone, su come difendere sul saltare o meno a rimbalzo, sul tirare più o meno correttamente verso il canestro avversario. Risultato dopo 10 minuti, 27 ad 11 per le ragazze di casa.

Poi, anche grazie ai cambi di coach Luca Andreoli che ha dovuto mettere mano più volte al quintetto in campo, la trasformazione, come quelle macchine dei cartoon giapponesi che diventano enormi robot che combattono tra il male ed il bene. Con qualche notevole anticipo sulle linee di passaggio lusitane e con un po' di energia messa in campo da chi è entrata dalla panchina, l’Italia “s’è desta”ed ha giocato 10 minuti di pallacanestro perfetta. La difesa ha limitato il tentativo delle avversarie di aprire grandi spazi sotto il nostro canestro, la zona 2/3 ha resistito al tiro portoghese e come sempre succede la buona difesa ha portato un attacco sciolto e variegato.

Il quintetto con Giacchetti, Gorini, Torresani, Franchini e Piatti in questa fase ha prodotto molto, abbiamo segnato tre contropiedi da sole perché frutto di anticipi di cui sopra e la partita è tornata in equilibrio, 38 a 44 alla fine del II*quarto.

Ed è andata avanti così nel III°: in 5 minuti e 40 abbiamo concesso al Portogallo solo 1 punto mentre il nostro attacco è salito ancora di colpo e con Franchini abbiamo pareggiato a quota 45, per sorpassare poco dopo con Leghissa sul 47 a 45. Quattro minuti e venti secondi alla fine del periodo, Italia in controllo-Portogallo in crisi nera. Ed ecco che da questo momento il motore azzurro ha smesso di funzionare. Ma non un po' alla volta, di colpo. S’è fermato. Qualcuno ha tolto la spina e l’ha buttata via. Perché siamo tornate quelle del primo tempo: in ritardo in difesa ed a rimbalzo, zero pressione sulla palla, caotiche in attacco con alcune conclusioni “fantasiose” per non dire altro visto che parliamo di ragazze ed una benda sugli occhi di tutte che ci ha tolto la visuale del canestro. Fine III° quarto: 47 a 55, parziale di 10 a 0 delle portoghesi in 4’e 20”.

L’ultimo periodo è stato anche peggio. Per 4’minuti e spiccioli non si è segnato da nessuna parte e la partita è stata un caos di palle perse, difese allegre e tiri sconclusionati da una parte e dall’altra. Il Portogallo ha trovato un canestro a 5 minuti e trenta dalla fine, l’Italia ha replicato subito dopo per il 49 a 57 e poi basta. Da lì in avanti solo Portogallo che ha segnato altri 11 punti chiudendo il parziale del quarto sul 13 a 2. Ecco il tabellino

Cosa è successo? Lo sforzo notevolissimo che le nostre hanno messo in campo per raddrizzare la partita deve averle portate al limite delle capacità di continuare a sostenere lo sforzo tramutato in efficienza come è stato in quei 15 minuti tra l’inizio del secondo e la metà del terzo. Questo non perché non siano brave e volenterose, tutto il contrario, ma siamo una squadra con poco talento – e non è colpa di nessuno – con tante giocatrici che non sono ancora pronte a questo livello di gioco per più tempo. E’ un po' il discorso che da PB facciamo da tempo: queste siamo e con queste dobbiamo fare. Almeno loro meritano un plauso per la voglia e la determinazione che ci mettono, brave.

Oggi si rigioca, alle 16.30- sempre qui sul canale YouTube della Fiba -  con la Serbia che ieri ha perso con la Germania. Già uno spareggio per il terzo posto del Gruppo C, il nostro appunto, che poi affronterà quelle del Gruppo D: Ungheria, Polonia, Croazia e Belgio.

In chiusura una nota alla Fiba: il livello arbitrale è molto basso e non va bene. Due: lo speaker della partita non ha fatto altro che incitare la folla col microfono ed a gridare il nome delle ragazze di casa. Niente di tutto questo ha inciso sulla sconfitta dell’Italia sia chiaro. Ma tutto questo dà l’idea di una cosa u po' troppo familiare. E non va bene.


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