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Smith&Brown e la rookie class della A2

di Lorenzo Belli
Adam Smith, top scorer A2

Adam Smith e John Brown, non sono uno studio legale e nemmeno finanziario. Nomi sulla carta anonimi in questa epoca moderna dove spiccano i più fantasiosi LaMarshall o Jazzmarr – giusto per rimanere in categoria – e che probabilmente al momento della firma dei rispetti contratti non avranno colpito più di tanto l'immaginario dei tifosi delle rispettive società. Dopo un terzo di regular season il pensiero sarà diametralmente opposto per rosetani e virtussini sponda romana, ma anche quello di molti altri fan di diverse squadre che al momento della firma di un rookie – o comunque un ragazzo alla prima esperienza italiana – avranno vissuto il consueto mix di emozioni tra la speranza di aver indovinato il fenomeno e il terrore di aver ingaggiato un potenziale “brocco”. Una breve analisi sui migliori 6 prospetti (quintetto e sesto uomo) arrivati in A2 e alla prima esperienza in Italia, un modo per prepararsi alla imminente giornata di campionato aggiungendo un pizzico di curiosità in più: magari già domani avrete la possibilità di vedere sul vostro parquet un futuro campione, segnatevi questi nomi

 

Adam Terrell Smith (Roseto Sharks – play/guardia 1992 – Georgia Tech) Non voglio nemmeno far finta di farvelo credere, è solo 185cm ma non è un playmaker. Uno degli attaccanti più prolifici, talentuosi e completi sbarcati in Italia negli ultimi anni. “L'economista” a fine gara ti fa sempre tornare i conti andando a canestro in ogni maniera: attaccando il ferro con primo passo fulmineo o un palleggio arresto e tiro di antico sapore, infine c'è pure la tripla da distanza siderale nel suo bagaglio. Poco importa il “modo”, lui fattura come nessun altro in questo avvio di stagione (26,4) facendolo con medie molto interessanti (57% da 2 e 38% da oltre l'arco a cui aggiunge 2 assist). In pre stagione ha scollinato i 40 in un paio di occasioni, facile immaginare che si ripeterà ma per ora si è “fermato” a 37 contro Udine; ovviamente dietro non stiamo parlando di un mastino difensivo, fa il minimo sindacale ma – comprensibilmente – se ne scrive 30 ad allacciata di scarpe siamo indulgenti, un occhio lo si può chiudere

 

KT Harrell (Mens Sana Siena – guardia 1992 - Auburn) Esterno che ha impiegato pochissimo a prendere in mano le redini del gioco senese, il suo carattere di leader offensivo è quello che ci si attendeva visto il suo biglietto da visita una volta firmato dai toscani; forse il nome più “importante” e conosciuto prima del suo arrivo in Italia di quelli di questo fantasioso quintetto. Quando attacca il ferro ha pochi eguali e solo pochi eletti possono provare a contenerlo in A2, la mano educata da oltre l'arco (35%) completa l'identikit da scorer che gli garantisce la nome di miglior realizzatore ad ovest con 21 a gara; poi c'è anche quella da metronomo, forse è un parolone ma gli oltre 3 assist che smazza a gara sono ben superiori alle 2 palle che si perde per strada a conferma che difficilmente deraglia. Presente pure come soccorso a rimbalzo e abbiamo un giocatore completo su ambo i lati del campo, maturo e forse – anche per mere questioni fisiche visto i suoi quasi 100kg spalmati su 192cm – il più pronto a giocare ad un livello più alto

 

Michael Antonio Frazier II (Tezenis Verona – guardia/ala 1994 – Florida State) L'esterno di Verona è forse l'unica luce su un avvio di stagione quantomeno deludente per i gialloblu, giocatore di striscia ha mandato letteralmente in delirio i tifosi veneti vivendo un ottobre magico in cui segnava praticamente tutto ciò che gli passava per le mani, come esempio vi offriamo il clamoroso un 8/9 da tre (piatto forte della casa) contro Piacenza. Abile in campo aperto ed in grado di guidare la transizione non disdegna nemmeno passarla ai compagni come confermano i 3 assist, i punti di media sono poco meno di 18 conditi da 5 rimbalzi che fanno di questo esterno classe '94 uno dei prospetti più importanti sbarcanti in Italia anche per una predisposizione alla difesa “aggressiva” ed agonistica che magari non ti aspetti da un rookie alla prima esperienza lontano da casa; caratteristica quest'ultima che sicuramente avrà destato grande interesse e fatto annotare il suo nome sui taccuini di società di rango superiore

 

 

John Brown (UniCusano Roma – ala/centro 1992 – Holy Cross) Istrione pescato nel sommerso del meraviglioso mondo universitario americano è un moto perpetuo lungo il campo che si adatta alla perfezione al gioco veloce voluto da coach Corbani; manca al momento il tiro dal perimetro che potrebbe aprirgli scenari importanti per la sua carriera, tutto il resto invece già c'è: 20 punti di media con un sontuoso 63% dal campo a cui aggiunge un dato clamoroso come i 5 rimbalzi offensivi catturati ad allacciata di scarpe (sono quasi 9 nel complessivo). Sempre in doppia cifra dal suo arrivo in capitale, ha per due volte superato quota 40 nella valutazione complessiva e non è mai andato sotto al 50% dal campo in una singola partita; impressiona anche la sua maturità che lo porta a perdere pochissimi palloni (appena 1,45) in confronto a quanti ne ruba (2) e che trasforma in assist (anche qui poco più di 2). Banale specificarlo, con 27 di valutazione media è il migliore di tutta la A2 considerando Est ed Ovest, quando i numeri non mentono.

 

Jalen Reynolds (Ambalt Recanati – centro 1992 - Xavier) Il suo buongiorno al Belpaese è stato un 22+11 con 5 stoppate di contorno, un biglietto da visita alquanto belligerante per gli avversari del pitturato. La sua squadra non sta vivendo un periodo positivo ma le colpe di sicuro non si possono andare a cercare nel rendimento del rookie; abbastanza grezzo, ruvido è un guerriero del pitturato sfrutta bene il suo corpo per tirare ad alta percentuale (66% dal campo) ma il suo punto di forza sta nella metà campo difensiva dove assicura protezione al ferro con i suoi tentacoli sempre pronti a rispedire al mittente il pallone (poco meno di 2 stoppate a gara, gli garantiscono un posto nei migliori 5 della specialità) e presenza a rimbalzo dove viaggia oltre le 10 carambole a gara con un high a 18, qui si prende il gradino più alto della graduatoria a tema. Il tallone d'Achille pare manifestarsi nel carattere dato che tecnici e proteste – che contribuiscono al primo posto anche nella classifica dei falli fischiati contro - condiscono il menù di un vero agonista ma per una presenza cosi importante sotto i tabelloni ci si può adeguare

 

Javonte Damar Green (Alma Trieste – guardia/ala 1993 – Radford) Il ruolo di sesto uomo lo affidiamo a quello che al momento è probabilmente il giocatore più spettacolare ed elettrizzante della serie; uomo volante se ve ne uno, non sorprendetevi se in futuro leggerete questo nome in qualche albo d'oro nelle gare delle schiacciate. L'ottimo esterno della compagine giuliana, scovato pure lui in una università di certo non di primissima fascia, ha avuto immediatamente un impatto importante con il campionato di A2 dove ha sempre scollinato la doppia cifra (high di 29) garantendo consistenza ed affidabilità a coach Dalmasson forse il più adatto a plasmare questo potenziale campione. Attacca il ferro come pochi, non abusa del tiro da fuori nonostante una mano educata (36%), sprizza energia da tutti i pori come stanno a dimostrare i 5,5 rimbalzi e quasi 3 palle rubate a gara (numero uno della graduatoria); forma con il coetaneo – ma secondo anno a Trieste – Parks la coppia di maggior prospettiva dell'intero campionato   

 

*si ringrazia per le foto Pasquale Cotugno


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