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Come potrebbe giocare la nuova Virtus Roma?

di Eduardo Lubrano

Sempre in attesa, ci vorrà ancora un pò, che il proprietario attuale…Claudio Toti riesca a dare notizia dell’avvenuto passaggio di quote nelle mani di altri – che sia una importante quota di maggioranza o totale – il Ds Spinelli e  coach Piero Bucchi accelerano le operazioni per mettere insieme il roster della Virtus Roma 2020-2021.

Perché non c’è dubbio che dal “Siamo in ritardo” di circa dieci giorni fa – legittimo perché nessuno sapeva nemmeno se ci si poteva azzardare a fare una telefonata – al quintetto che oggi 11 agosto potrebbe scendere in campo per il coach bolognese della squadra romana, in mezzo c’è un taccuino di nomi italiani ed americani molto ben fornito e contatti forse ben avviati comunque da tempo della serie “Se facciamo la squadra tu saresti disponibile?”.

Baldasso unico superstite dello scorso anno in virtù di un contratto che lo lega alla Virtus ancora un anno, Campogrande, Cervi, Evans e Robinson sono giocatori di buonissimo livello che, insieme ad un altro paio di nomi ai quali la società sembra interessata, potrebbero lasciar intravedere che tipo di squadra ha in mente coach Bucchi. 

Intanto mettiamoli a posto per ruolo: Baldasso playmaker, Robinson guardia (che può anche fare il play), Campogrande ala piccola, Evans ala forte e Cervi centro. Se è reale ed è vero che in arrivo potrebbe esserci anche Anthony Beane jr (una guardia) - nel frattempo mercoledì 12 agosto alle 10.32 è arrivato il comunicato ufficiale della Virtus sull'ingaggio del giocatore -  ecco che la fisionomia della Virtus somiglierebbe sempre di più a quella di una tipica squadra francese di questi ultimi anni. 

Molto atletica, molto “nera” intesa non solo come il colore della pelle degli interpreti (per fortuna) ma anche come quella particolare capacità di essere fisici, atletici appunto, veloci, potenti e capaci di avere gran ritmo come solo chi ha quelle fibre muscolari lì può permettersi. E tutti hanno una notevole tecnica individuale. Alt…

Nessun volo pindarico, come si diceva una volta, nessuna promessa di showtime né di vittorie a raffica, né tantomeno sono autorizzati pensieri molesti di chissà quale piazzamento. Però sembra un abbozzo di una squadra molto equilibrata nella sua qualità media complessiva e più “tosta” rispetto a quella dello scorso anno.

Torniamo al ragionamento “alla francese”. Chiaro che è facile scrivere una cosa del genere visto che i due americani sin qui arrivati hanno avuto almeno un passaggio in quel campionato, o come primo approdo europeo o come secondo, o come ritorno. Ed anche Anthony Beane Jr. viene da lì. Molti di loro nel girare l’Europa hanno vinto campionati o hanno fatto Eurolega ed altre Coppe, il che vuol dire esperienza ed attitudine a vincere e giocare partite importanti.

E mancano ancora un paio di giocatori tra i quali il centro titolare – ammesso che arrivi Beane. Vedendola in un altro modo, ma è solo il pensiero di chi scrive sia chiaro, potrebbe essere una riedizione della Carpisa Napoli con la quale Piero Bucchi nel 2006 vinse la Coppa Italia contro l’allora Lottomatica Virtus Roma (85-83) – allenata da Bucchi per due anni e mezzo in precedenza con un gioco davvero bello -  e nella quale c’era gente come Lynn Greer e Michel Morandais per la parte tecnica ed atletica, Mason Rocca e Cittadini sotto canestro insieme ad Ansu Martin Sesay, Valerio Spinelli – perché la storia è bella proprio per questi ricorsi – e due tiratori letali come Jon Stefansson e Jay Larranaga. 

Era una squadra quella, nella quale la velocità di esecuzione dei tiri e dei giochi era impressionante così come la capacità di riadattarsi se la difesa avversaria impediva il contropiede o il tiro da tre nei primi secondi dell’azione.

Ok, basta così, fa caldo e sognare fa male. Chissà.


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