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LBA - Sandro Gamba "C'è entusiasmo e manca solo il pubblico"

di Redazione Pianetabasket.com

E' martedì: come sempre ecco la rubrica di commento al basket italiano e all'Olimpia che Sandro Gamba rilascia alle pagine de La Repubblica edizione Milano. 

"Ho letto di qualche naso arricciato, di qualche boccuccia storta per quanto successo nel dopo partita con il Bayern Monaco. Cioè, sulla polemica che ha coinvolto Messina e l'addetto stampa dei bavaresi, e sotto sotto anche il loro allenatore Andrea Trinchieri. 

Non entro nel merito, anche se do a prescindere ragione a Ettore, solo perché voglio soffermarmi sul suo modo di allenare in partita, di entrare dentro a ogni situazione di gioco. E così, dentro alla testa dei suoi giocatori. 

È quello che fanno i grandi: non tollerano ­ perdonate il termine ­ cagate, non ammettono disattenzioni, né allenamenti insufficienti, né cattive decisioni. Gli urlacci che sentiamo durante il match a ogni singolo errore difensivo, a ogni banalità, sono gli stessi che i giocatori hanno nelle orecchie in palestra. 

E uguali sono le pacche, i "bravo", gli incoraggiamenti anche se una bella idea, una bella giocata non si realizza. Se notate, Messina cerca sempre il contatto anche fisico col giocatore, ogni volta che gli parla: è il modo di comunicare più efficace e i suoi principi adesso sono creduti, hanno convinto i suoi uomini. Perché funzionano.

L'aggettivo "solido" non si costruisce per caso: se questa Olimpia è come un cubo, che dovunque lo giri ti offre sempre la stessa faccia, se c'è anche quando gioca così così (vedi Cremona e Treviso)­ è perché un cemento speciale la tiene insieme. 

È perché, nell'errore, ormai sa correggersi da sola. Le distrazioni di campionato ci sono e ci saranno, con questo distacco da tutte le inseguitrici è un fatto fisiologico. Milano sa che può sbagliare, tanto è strutturata e profonda. 

Le manca soltanto una cosa: il calore dei tifosi, il rapporto con la città. È una cosa che trascende le stagioni e che ho visto un po' nascere, vista l'età che ho, già prima della guerra nei campi di via Washington in terra battuta grigia, a cinquanta metri da casa mia. 

Quando c'erano le tribune di legno e cinquecento persone a trascinare la squadra che diventò il Borletti, e quasi faceva canestro quell'entusiasmo.

C'era gente nel campo provvisorio costruito in via XX Settembre dagli americani, ce n'era in Fiera e poi al Palalido anche quando Milan e Inter vincevano tutto nel mondo, o quando l'Olimpia ha giocato stagioni mediocri. 

La gente del basket è fedele, e io credo che tornerà in massa al Forum per questa squadra, quando si potrà, perché ha tutte le caratteristiche che compongono il suo dna.

E una guida che non ha perso un briciolo della sua voglia di insegnare in palestra, di migliorare i suoi uomini, di trasmettergli la voglia di morire pur di non prendere un canestro facile.


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