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LBF A1 Techfind semifinali: Ragusa vince a Schio, Venezia schianta Bologna

di Eduardo Lubrano

Al Taliercio di Mestre, casa dell’Umana Reyer Campione di Italia, c’era quella sana tensione sportiva prima di gara 1di semifinale scudetto della LBF A1 Techfind con la Virtus Segafredo Bologna. Ad ottobre la clamorosa vittoria delle bolognesi su questo campo aveva portato al cambio di allenatore, poche settimane fa ancora Bologna aveva estromesso Venezia dalla finale di Coppa Italia. Insomma c’erano tutte le premesse perché la Reyer cercasse la prima vittoria, visto che il ritorno della stagione regolare causa Covid con relativo affollamento dei calendario non si è giocato.

In effetti la squadra di casa la tensione l’ha sentita nei primi due quarti giocati non bene. Grande attenzione in difesa su Zandalasini per la quale coach Mazzon ha predisposto una staffetta di difensori che è iniziata con Thornton, e Dojkic ma forse questo ha portato poca lucidità in attacco. E visto che dall’altra parte la “Zanda” non è praticamente scesa in campo se non per qualche assist alle compagne, sono state un po' la croata e la Turner a tenere su la formazione bolognese, che due volte ha recuperato uno svantaggio di 5 punti per poi averne anche 4, 32 a 36, a metà gara.

La partita si è sbloccata quando dopo una serie di canestri consecutivi delle due formazioni con Venezia più attenta nel ragionare in attacco, Martina Bestagno ha piazzato la tripla del 45 a 41 con 4 minuti e mezzo da giocare per chiudere la terza frazione. Sulle ali di quell’entusiasmo, la Reyer ha trovato d’un colpo il suo gioco migliore, la difesa ha retto come spesso le capita e con un parziale di 19 a 5 ha portato la gara sul 55 a 43 con dieci minuti da giocare. E con Zandalasini ferma a quota 2 punti, segnati nel primo quarto.

Dal 30° al 40° è come se non ci fosse stata più partita tanto bene ha giocato Venezia tanto male ha giocato Bologna oppressa dalla pressione nervosa finalmente positiva di Anderson e compagne che si è sostanzia anche nel più 20, 67-47, prima degli ultimi punti felsinei che hanno solo reso meno amara la sconfitta. Il tabellino recita dell’86% ai liberi di Venezia, del 20 per cento da 3 di Bologna e delle 21 palle perse della Virtus a fronte delle sole 11 della Reyer, dei 15 punti realizzati dalle ragazze ospiti in due quarti. A Bologna giovedì la squadra di Lardo, dovrà cambiare tutto se vorrà giocarsi gara 3. Ammesso che l’Umana glielo conceda.

Pochi minuti dopo e pochi chilometri poco lontani da Venezia cioè al Pala Romare di Schio nell’altra semifinale, la partenza è stata scioccante: dopo 3 minuti la Passalacqua Ragusa era avanti 0 a 10 sulla Famila Wuber. Time out di coach Dikajoulakos e dopo due liberi è esplosa Kitja Laksa che ha illuminato Schio e la partita. Dal 7 a 19 al 18 a 19 di fine primo quarto i punti scledensi sono stati tutti dell’ala lettone. Fantastica. Nei secondi dieci minuti il Famila ha ripreso il controllo del gioco specie perché ha alzato la sua difesa ed ha approfittato dei tantissimi rimbalzi offensivi conquistati che nel primo tempo ha sprecato, ma che poi ha saputo capitalizzare. Ragusa però non ha mai lasciato che la partita andasse troppo lontano grazie alla sapienza di Taylor, la crescita di Hebard e la bravura di Kujer, ed alle giocate di una Mariella Santucci (nella foto) che nella serata più importante ha giocato come in molti ci aspettiamo che sappia fare: testa alta, freddezza nelle conclusioni e tanto lavoro per le compagne. Di contro nella macchina di Schio – forse già con la tesa alla finale che tutti legittimamente pronosticano e dopo la facile vittoria con San Martino di Lupari– è mancata clamorosamente Sandrine Gruda che in attacco è stata la copia sbiadita di sé stessa. Ed è questa l’altra notizia della serata.  Sia come sia dopo che a metà gara si è andati negli spogliatoi sul 41 a 33 per il Famila, Ragusa ha ripreso la partita esattamente come l’aveva iniziata.

In tre minuti 0 a 9 di parziale nonostante il time out di Schio che come nel primo quarto ha provato a fermare l’onda siciliana. Questa volta però Santucci e compagne hanno tenuto meglio in difesa, anche se qualche cambio in difesa ha rischiato di mandarle in crisi, ed in attacco ha giocato con la fluidità dei tempi migliori. Il parziale del terzo periodo dice tutto: 7 a 20 e dopo trenta minuti punteggio sul 48 a 53.

Dalla panchina scledense hanno fatto di tutto per dare un po' di vita alla squadra che è sembrata cadere nella tela ordita dalla Passalacqua e da suo coach, Gianni Recupido che ha gestito alla perfezione le sue giocatrici, in particolare Taylor, Hebard, Kujer e Romeo, legando tutto col filo rosso del suo play, Santucci e la solidità di Kacerick, aiutate nell’occasione da Spinelli ed Ostarello che hanno letteralmente fatto rifiatare le titolari. Così che quando è sembrata accendersi Gruda con 4 punti di seguito, 52-59, la risposta dopo il minuto di sospensione Passalacqua, è stata una tripla di Santucci  e tre liberi di Romeo. Che non contenta poco dopo ha messo un canestro che non è un gancio, non è un cameriere, non è un semigancio ma è…un terzo tempo allontanandosi dal canestro e lasciando la palla verso il canestro con le unghie, 52 a 57 e la sensazione che l’inerzia della partita fosse solo dei colori nero verdi di Ragusa. Perché anche se Laksa si è rimessa al lavoro in modo straordinario, il divario si è ridotto ma non così tanto da permettere a Schio di vedere la luce né di far tremare Ragausa nei momenti finali, 65-77 il punteggio alla fine. Che oltre all’impresa di aver vinto gara 1 di semifinale contro una squadra più forte, ha interrotto la striscia consecutiva di vittorie del Famila in campionato che era arrivata a quota 27, compresi i quarti di finale, cioè zero in questa stagione.


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