Verso un rinnovo della gestione del PalaTrieste alla Pallacanestro
"Il PalaTrieste costava al Comune, fino al momento della stipula della concessione alla Pallacanestro, circa 850 mila euro all'anno a fronte di più o meno 80 mila euro di ricavi. Le uscite comprendevano le spese vive per la gestione quale acqua, riscaldamento, condizionamento ed elettricità oltre al la manutenzione straordinaria e ordinaria. Al contempo avevamo sei persone che vi lavoravano stabilmente. A oggi la Pallacanestro Trieste ha presentato una relazione che cuba, rispetto alla nostra vecchia gestione, un costo annuo che supera abbondantemente il milione di euro. Da qui si evince che è di gran lunga più conveniente dare un contributo annuo pubblico alla società, in quanto inferiore di almeno tre quarti rispetto a quanto costerebbe la gestione per intero, piuttosto che gestire la struttura in forma diretta."
Queste sono le parole con cui il dirigente comunale Fabio Cipriani ha presentato ieri alla Quarta Commissione del Comune di Trieste lo stato dei rapporti tra l'amministrazione e la squadra di serie A del presidente Paul Matiasic nel resoconto che ne fa stamani Il Piccolo. Oggetto del dibattito sono stati la fine del contratto di gestione in essere al 30 giugno 2025, la necessità di una proroga alla stessa data del 2026, per permettere alla società di basket di presentare quel piano pluriennale di gestione che la legge richiede per ottenere la nuova concessione. Ma a quanto ammonta il contributo pubblico citato da Cipriani? 207 mila euro per l'anno in corso, 294 mila per il prossimo e 342 mila per il 2026, coperti da una fidejussione che il Comune ha facoltà di riscuotere se il concessionario non adempie fino all'ultimo giorno alle sue obbligazioni.
La discussione che ne è scaturita ha partorito l'approvazione di una proposta di deliberazione per il rinnovo che è stata approvata e adesso passerà al vaglio del Consiglio Comunale. Mantenere la gestione del PalaTrieste è obiettivamente un tassello necessario del lavoro spesso invisibile che c'è dietro lo sforzo di mantenere il club ad alti livelli. Le cifre in discussione sono tali che non esiste una alternativa economica di provenienza sportiva che possa entrare in concorrenza per la gestione dell'impianto.