EuroLeague - Olimpia, Messina "A Milano i pianeti si sono allineati"

EuroLeague - Olimpia, Messina "A Milano i pianeti si sono allineati"
© foto di Savino Paolella

Ettore Messina ha riportato Milano alla Final Four di Eurolega dopo 29 anni grazie a una gara 5 vinta con il Bayern tra i brividi: "E' stato il peggior ultimo minuto nella storia del basket. Se avessimo perso dopo essere stati avanti di 12 a 1'29" dalla fine non so quando ci saremmo ripresi. Per chi è appassionato di ciclismo e se lo ricorda, abbiamo sfiorato l' effetto Bitossi" racconta a Il Mattino di Padova.

Risultato tecnico e di immagine? "Non ci sono mai risultati solo tecnici, questo più di altri. Società, staff tecnico giocatori: i pianeti si sono allineati. Non credo all'estemporaneità delle cose e nelle figurine. Anche perché poi tiri, la palla va fuori e fai la figura dello scemo".

Quanto c'è del basket italiano in Milano? "Tecnicamente poco, la pallacanestro è globalizzata e la nostra società ha un'impronta decisamente straniera. Ma siamo espressione del movimento italiano, quello sì".

Oltre le aspettative. "Il nostro obiettivo era vincere in Italia e, sì, i playoff in Europa. Invece abbiamo sottovalutato la leadership di giocatori come Rodriguez, Hines, Datome, Delaney. Hanno dato un'impronta mentale che ha trascinato gli altri. Hines e Rodriguez hanno giocato in due sedici Final four, ecco la leadership. Datome è la connessione tra l'Italia e l'Europa e dentro la squadra parla la nostra lingua, è importante".

Olimpia: arriva Messina, in due anni è Final four. "Sono reduce da cinque anni a San Antonio dove a livello più alto ho vissuto la stessa situazione. Popovich, e dico Popovich, ha trovato Ginobili, Duncan e Parker. Ecco, non ho fatto che un copia e incolla qui. Un campione è un grande giocatore e anche una grande persona: li ho trovati. In più abbiamo armonizzato meglio l'uso del budget che la proprietà ci ha confermato anche in un anno segnato dal Covid. Perché non sempre il più ricco vince".

Barcelona. Saranno ostici come lo è stato il Bayern. Squadre molto alte, usano molto i cambi difensivi, alzano un muro difficile da abbattere. Ecco, dovremo fare qualche crepa nel muro. E poi per la prima volta giocheremo senza essere favoriti. 

Ironia? "No guardi, è proprio incazzatura vera e propria. Questo giochino che, tranne tre/­quattro gare all'anno, dobbiamo vincerle tutte, mi ha stufato"