Basket con la mascherina, tamponi troppo costosi

Basket con la mascherina, tamponi troppo costosi

Quale ritorno in campo ci attende alla fine di agosto con la Supercoppa italiana in programma? Perché se finora si è parlato di allenamenti individuali, per ricominciare con lo sport di contatto occorrerà fare un salto di qualità. Il calcio ci sta provando con il sistema dei tamponi, per esempio. Piero Guerrini ne ha parlato con il dottor Marco Barla, referente del Rettore del Politecnico di Torino per le attività sportive e professore del dipartimento di ingegneria edile e geotecnica.

"Al momento le strade sono tre: non giocare, farlo con dispositivi di protezione, oppure soltanto con giocatori ufficialmente sani. E' il discorso del tampone adottato nel calcio. Ma la periodicità ravvicinata dei controlli comporta costi poco sostenibili per qualsiasi sport che non sia il calcio.

E già nel calcio è dura. E qui entra il discorso del dispositivo di protezione. La mascherina.

Deve essere adeguata per lo sport, garantire cioè respirabilità e filtrazione, caratteristiche in contrasto.

Al Politecnico dunque abbiamo cominciato uno studio. Uno sportivo avrebbe bisogno di 200 litri/minuto, il dispositivo medico permette 95 litri/minuto.

La prima soluzione sarebbe avere una superficie più grande, ma ridurrebbe le prestazioni dell'atleta.

Nel basket, come nello sport, non si raggiunge il massimo sforzo con continuità,potrebbero bastare superfici più ragionevoli.

Tra 15 giorni cominceremo con qualche test, sull'indossabilità e sui materiali. Ci sta aiutando un'azienda che produce filtri per auto. Preciso che non abbiamo ancora un modello.

Puntiamo a essere pronti per l'estate, diciamo fine luglio.

Se non cambia la situazione della pandemia, davvero sarebbe l'unico modo per giocare senza ricorrere ai tamponi continui, e dunque sarebbe fondamentale soprattutto per l'attività non di vertice."