La mancanza di ricambio al vertice mina la credibilità dell'istituzione

16.12.2023 12:25 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
La mancanza di ricambio al vertice mina la credibilità dell'istituzione

Contro l'occupazione ad oltranza delle poltrone da parte dei vertici delle federazioni sportive, dal CIO alla Uefa fino al CONI e, sempre importante per questo portale di pallacanestro, la FIP si è schierato nuovamente il Financial Times nel commentare una modifica delle regole interne alla Uefa che permetterà al suo presidente Aleksander Ceferin di poter usufruire di un quarto mandato al vertice dell'organizzazione calcistica europea benché, ironia della sorte, uno dei primi provvedimenti da lui realizzati all'inizio del suo primo mandato era stato proprio quello di fermare a tre le presidenze consecutive.

"Un modo per evitare un ingiusto effetto retroattivo alla legge", dicono i legali dell'Uefa, quelli che hanno anche abolito il limite di età di settanta anni per coloro che vogliono far parte del comitato esecutivo, altro emendamento che potrebbe offrire ad alcuni membri l'opportunità di allungare oltremodo la propria posizione di potere come scrive stamani Tuttosport.

Il Financial Times non legge questo provvedimento allo stesso modo e, anzi, rivela che alti funzionari Uefa sono rimasti "sgomenti" di fronte alla notizia che verrebbe allungato il regno di Ceferin fino a 15 anni. Insomma il retroscena ha fatto parlare molto anche a Nyon, dove c'è chi dice stia nascendo una corrente meno favorevole al presidente che, finora, ha governato in modo incontrastato sul calcio europeo.

La mancanza di ricambio ai vertici delle istituzioni sportive, fanno notare molti osservatori, è un problema per la governance delle stesse, per la loro credibilità e comporta dei rischi molto alti sul fronte della mancanza di trasparenza, se non addirittura, su quello della corruzione. A questo punto sarà molto interessante seguire, in febbraio, alle votazioni delle modifiche della norma sul limite dei tre mandati.

Ci verrebbe da aggiungere che questo aspetto morale e di trasparenza non sarebbe solo un problema del calcio, che prescinde dalla valutazione dell'operato del presidente preso in esame, che sarebbe una pratica delle buone democrazie, che le gerontocrazie dinosauriche non hanno mai fatto bene ad alcun movimento, politico, sportivo, sociale che sia. In vecchiaia da questo orecchio non ci vuol sentire nessuno.