Vitucci e la missione di Avellino: 'Niente proclami, vogliamo solo divertire'

Fonte: nicola apicella - repubblica.it
Vitucci e la missione di Avellino: 'Niente proclami, vogliamo solo divertire'

Doveva capitare. E' successo. La lunga striscia di vittorie consecutive in stagione regolare dell'Olimpia Milano si è interrotta dopo 22 gare ad Avellino, sul campo di una Sidigas a caccia di riscatto dopo una stagione - l'ultima - disastrosa. Sulla panchina della Scandone - due vittorie e due sconfitte nelle prime quattro giornate - è rimasto Frank Vitucci, ma lo spirito che anima la nuova Avellino è diverso. 

"Una vittoria di prestigio perché non capita spesso di battere Milano, soprattutto quella delle ultime due stagioni. Un successo che serviva un po' a tutti, dalla squadra all'ambiente passando per tifosi e club. Abbiamo pescato un jolly, speriamo dia una spinta in più a tutti" dice Vitucci. Pronti via e a qualcuno non è parso vero quello che raccontava il tabellone: Avellino 18, Milano 1. Se l'era immaginata così? "Dal punto di vista difensivo siamo stati perfetti, almeno per un tempo. A metà partita il solo rammarico era che non fosse già finita. Era prevedibile che loro sarebbero tornati e così è stato, noi siamo un po' calati come era già successo con Venezia e Cantù, ma la vittoria è stata ampiamente meritata".

Un successo che può cambiare la vostra stagione? "Me lo auguro, Milano non lascerà tante partite per strada. Dobbiamo essere bravi a capitalizzare questa vittoria, soprattutto sotto l'aspetto mentale. Già domenica ci aspetta una partita molto difficile a Capo d'Orlando, vedremo se sapremo sfruttare questa scia''.

Nella nuova Sidigas ci sono solo due superstiti dell'ultima deludente annata. Lei in panchina e Cavaliero in campo. ''Lo scorso anno tante cose non hanno funzionato. Le strade erano due, cambiare allenatore perché io non ero adatto oppure cambiare tutti i giocatori. La società mi ha appoggiato con grande coraggio, non era semplice azzerare tutto e ripartire". Quale idea c'è dietro la costruzione della nuova Avellino? "Quella di avere energia, motivazioni e atletismo unite a gioventù. La gioventù ogni tanto la paghiamo, come con Venezia. Siamo un po' acerbi e questo in alcune partite si vede. Volevamo che il pubblico tornasse a venire al palazzo con gioia e costruire una squadra che, oltre a giocare bene, in campo si divertisse. Il tempo dirà se ci abbiamo visto giusto".

Iniziare la preparazione in netto ritardo rispetto alle altre squadre non deve averle fatto piacere. ''Sicuramente ne avrei fatto volentieri a meno. Abbiamo dovuto rivedere un po' tutta la tempistica cercando di non combinare guai dal punto di vista fisico. Forse potevamo fare meglio ma è stata anche questa un'esperienza". Il primo mattone della ricostruzione è stato messo con Banks. Che lei aveva avuto nel 2012-2013 a Varese, stagione della finale di coppa Italia e della semifinale scudetto.

Che giocatore ha ritrovato? "Adrian è un ragazzo di talento, di cuore, molto intelligente in campo. Sa cosa mi aspetto e cosa voglio da lui, sono sicuro che qui si divertirà. Non è ancora al 100%, ha avuto qualche problema fisico durante la preparazione, forse è quello che ha sofferto più degli altri l'essere arrivato tardi".

Da Gaines a Anosike non vi manca né il talento né la forza fisica. ''Gaines è una scommessa parziale, un giocatore che non ha mai espresso fino in fondo il suo potenziale, che secondo me è alto. Nel vissuto di giocatore è un giocatore molto giovane, può migliorarsi molto. Hanga è un ragazzo super, sa fare un po' di tutto, sta lavorando molto sul tiro da tre, sono sicuro che lo vedremo presto in Eurolega. Anche Harper è molto giovane, ha un potenziale enorme ma sta patendo un po' il passaggio da un campionato meno impegnativo come quello di Israele al nostro. Anosike può crescere tecnicamente, è un giocatore che capisce molto bene il gioco, un ottimo rimbalzista, molto più maturo dei suoi 23 anni".

L'unico superstite, dicevamo, è Cavaliero. "Daniele si è meritato la conferma. Lui è il capitano, un ragazzo che fa da collante, avrà meno minuti dello scorso anno ma è un giocatore di grande affidabilità e cuore".

Quale obiettivo vale Avellino? "Non voglio mettere le mani avanti, è giusto fare un passo alla volta soprattutto dopo quanto successo lo scorso anno. Non volevamo fare proclami prima e non li facciamo ora dopo una vittoria seppur importante. Lo scorso anno ci davano dove non meritavamo di essere, quest'anno abbiamo un budget normale, è una squadra che costa molto meno. Siamo in quel gruppone, subito dietro le tre-quattro grandi, che può puntare ai play off".

Per lo scudetto sarà un duello Milano-Sassari? "Dovrebbe essere così, in questo momento Sassari è la squadra più pronta. Ma io non escluderei Reggio Emilia, che può migliorarsi tanto grazie ai suoi giovani, e Venezia che ha un tasso di esperienza molto alto e in panchina un grandissimo allenatore".