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Basket francese, quell'erba del vicino maledettamente sempre più verde

di Umberto De Santis

Quei dilettanti del basket francese di serie A, che loro chiamano LNB e Jeep Elite, costringono i loro club a pubblicare i dati economici che li riguardano in maniera chiara e incontrovertibile. Nulla perciò di paragonabile alle italiche usanze. Perfino noiosi e poco interessanti per una certa stampa che vive solo di stipendi non pagati, crisi di finanziatori, aspri confronti verbali di soci che affermano di avere fatto aumenti di capitale (senza che gli assegni vengano messi all'incasso); e non sa distinguere un post basso da un lato debole.

Ma dove li trovano i soldi? Verrebbe da chiedersi dopo la notizia di oggi che vuole Parigi, già candidata a ospitare le Final Four di EuroLeague nel 2021, pronta a sostituire una Atene in crisi finanziaria pesante per quelle del 2020 (qui). Che fa il paio con l'arrivo del circus NBA per l'Europa games in sostituzione di Londra (qui). Che si aggiunge, e siamo a tre, alla concessione della wild card per l'Asvel Villeurbanne del milionario texano Tony Parker (qui) per disputare la prossima stagione di EuroLeague a 18 squadre. E dove texano è un motto ironico - lo diciamo per gli spiriti poco inclini allo humour - pensando alla quantità di fondi inglesi e americani che periodicamente vengono invocati.

Addirittura nel giugno del 2018 avevano deciso che dal campionato 2020-21 le squadre sarebbero passate dalle attuali 18 a 16 (qui) e l' A2, che loro chiamano ProB che scenderà ad un totale di 20. E lo faranno senza tentennamenti ma con un progetto chiaro e complessivo che riguarda la visibilità televisiva (dove la Germania è già follemente nel futuro), l'organizzazione dei clubs, il rapporto con gli sponsor (che non sono mucche da mungere e poi mandare al macello).

Quali prospettive per il movimento francese? A livello di giocatori hanno nove rappresentanti nella NBA, e diversi prospetti per i prossimi draft con posizioni di selezione importanti. Nel campionato francese ne giocano diversi di stranieri con trascorsi in Italia e, se quest'anno manca il picco nelle coppe FIBA hanno avuto diverse squadre partecipanti i quarti di finale. Senza dimenticare che nell'ASVEL gioca Theo Maledon, a 18 anni già più che una speranza. In generale un movimento in salute che progredisce.

Beh, un copia e incolla per la pallacanestro di vertice italiana sarebbe già tanta roba.

 


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