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Mondiali 2019 - Azzurri per spessore e qualità dell'anima

di Redazione Pianetabasket.com

(di Werther Pedrazzi). Foshan, Cina meridionale, l’attesa è finita, è iniziato il Mondiale. Un palazzo strapieno, bella storia, per partite senza storia. Nella prima giornata del girone B: Serbia-Angola 105-59 e Italia-Filippine 108-62. Sgroppatelle, se non proprio passeggiate di salute.

E salutiamo gli Azzurri.

Meo Sacchetti prima della gara aveva esposto il suo manifesto programmatico:

- Correre di più

- Fare più canestro da 3

- Contropiede da palle recuperate

- Solo facce positive (anche di chi gioca di meno).

L’Italbasket, anche grazie alle Filippine, lo ha accontentato in tutto!

Per 10 minuti. Quando in campo è scesa la “Società dei Perfetti”: Hackett, Belinelli, Datome, Gallinari… più uno: CHIUNQUE. 37-8 dopo il primo periodo. Fine della storia e di una partita senza storia.

Ora, potrebbe anche risultare difficile trarre indicazioni e viatico per il futuro, stante l’insostenibile leggerezza tattica o tecnica degli avversari… Ma segnali che ne sono stati. Segnali di cultura sportiva. Ovviamente limitandoci ai primi 10’. Che poi di partita non ce ne è più stata…

Dei filippini, a priori, faceva paura la stazza di Andray Blatche, americano naturalizzato filippino di 211 cm. e 116 kg., dunque molto più alto e più grosso di Danilo Gallinari, l’unico che avevamo a disposizione, in opposizione. E il Gallo, con una difesa di corretto e mobile posizionamento lo subito fatto girare al largo dell’area, costringendolo a giocare da solo (pagliaccione più che giocatore vero di basket) tirando quasi esclusivamente da 3 punti, fuori da un contesto di squadra e di responsabilità, alla ricerca di una sua doppia-doppia personale (15 punti e 10 rimbalzi) che risplende una luce falsa come l’oro di Bologna che si chiama ottone. E quel Marco Belinelli? Nei primi minuti costantemente in anticipo sulle linee di passaggio, pronto ad innescare il contropiede dei compagni, più dedito agli assist che alle conclusioni personali… Pur non potendosi esimere dal canestro più spettacolare della partita, con triplo salto mortale carpiato, assurdo coefficiente di difficoltà, e palla nel buco. Dunque, le nostre due stelle NBA attente prima di tutto alla difesa e al servizio dei compagni, con 4 assist a testa… E alla selezione dei tiri: Beli 9 punti con 4/6, Gallo 16, con 1/1 da 2, 4/5 da 3 e 2/2 ai liberi, vicino alla perfezione. Toccata da capitan Gigi Datome (17 punti, con 4/4 da 2 e 3/3 da 3). Il tutto frutto di calma e circolazione, alla ricerca del passaggio in più e mai uno di troppo. Il tutto sotto la guida della solidità di Danny Hackett e della sua acquisita dimensione internazionale.

Insomma, siamo costretti a ribadirlo una volta di più, erano soltanto le Filippine, certezze ancora non ne possiamo avere, ma qualche speranza in più rischiara l’orizzonte.

Anche perché Luca Vitali i suoi 5 assist (in 14’) li ha pur sempre serviti, e Amedeo Della Valle i suoi 17 punti (in 17’) segnati (miglior realizzatore con Datome), anche se a partita già segnata e designata.

E CHIUNQUE??? Nel (nostro) maledetto ruolo di pivot?

Lasciate pure perdere facili ironie…

Paul Biligha (8 punti, con 4/7) ed Amedeo Tessitori (9 punti, con 4/7, + 9 rimbalzi), sono due che si battono (e sbattono) senza risparmio. Sono il sudore della squadra.

Ora non ci resta che aspettare la colazione a Foshan, lunedì alle 9.30, contro l’Angola (guai a sottovalutare) e soprattutto il confronto di mercoledì contro la superpotenza di Serbia, contro la quale non si chiede agli Azzurri la vittoria, ma semplicemente di mostrare spessore e qualità dell’anima, di quale metallo sia fatta l’anima loro.

Werther Pedrazzi


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