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NBA - Anche gli arbitri professionisti hanno le loro belle preferenze come in Italia?

di Umberto De Santis

Dagli USA arriva un grosso colpo alla causa di chi crede che tutti i mali del basket siano dentro il settore arbitrale. Ieri sera, non a caso, il playmaker dei Rockets Chris Paul è stato espulso a 4,4 secondi dalla fine del match (qui) per aver protestato platealmente verso la decisione della terna arbitrale di non considerare fallo un tocco di Draymond Green su James Harden al momento dello scoccare il tiro che sarebbe potuto valere il supplementare. La discussione è fondamentalmente se c'è il contatto maldestro del difensore piuttosto che la gamba alzata dell'attaccante solo alla ricerca del contatto stesso per avere il fallo fischiato; evidentemente Harden non gode di molta stima da parte dei referees sull'argomento. Anche se Rudy Gobert in un tweet ha fatto notare che la stessa benevolenza sui contatti riservata a Golden State non era stata concessa ai suoi compagni Jazz nel difendere sulla stella dei Rockets nella serie persa ai quarti di finale.

 

 

Il fatto è avvenuto in partita dopo che, nel pomeriggio, era stato rivelato un dossier della franchigia di Houston dove si affermava che nei playoff della passata stagione gli avversari Warriors avessero goduto della stessa benevolenza nella finale di Conference tra le due squadre. Avendo perso la serie 4-3 è logico che un rapporto del genere è devastante specie se afferma che nella decisiva gara 7 i texani avrebbero dovuto avere 18 punti in più. E' chiaro quindi come fossero tesi gli animi prima della sfida di ieri sera all'Oracle Arena e del perché della ingiustificata reazione di Chris Paul.

La morale di questa storiella ci dice che avere arbitri professionisti pagati dalla Lega che organizza il campionato non è assolutamente garanzia per avere degli arbitraggi migliori rispetto, per esempio, a una serie A italiana dove viene criticata la gestione della giustizia sportiva nelle mani della Federazione. Che la userebbe per condizionare - lo diciamo senza giri di parole per farci ben comprendere - le scelte delle Leghe e dimostrare il proprio potere sui club con arbitri dilettanti. Invece di garantire l'equità sportiva essendo terzo ai contendenti in campo.

Certo non è la NBA l'ente più equilibrato a esprimere o lasciare esprimere giudizi sull'argomento. Lo stesso Harden, probabilmente in nome dello spettacolo e per evitare eccessivi spezzettamenti del gioco già disturbato dagli estemporanei timeout chiesti da giocatori o dalle esigenze pubblicitarie, viene graziato tutte le sere per i suoi 4 passi in terzo tempo o per il passo extra di aggiustamento nel tiro. E adesso lo vorrebbe anche per quella gamba sempre pronta ad allungarsi nel cilindro del difensore alla caccia del fallo. E' difficile fischiare correttamente quello che si vede in una frazione di secondo, ma è triste dover arbitrare giocatori, pubblico e leghe che cercano sempre di fregarti...


James Harden Step Back 3


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