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FIP - Petrucci spera sempre in Banchero, vuole norme su mercato e società

di Redazione Pianetabasket.com

Gianni Petrucci, presidente della FIP, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Di seguito l’estratto dell’intervista.

Nazionale e il tema Banchero: possiamo dire che Paolo non vestirà mai la maglia azzurra? “No, in verità ha solo detto che deciderà alla fine della stagio­ne”.

Vogliamo allora dire che è difficilissimo che scelga l’Italia ? “Questo non lo dico, certamente non è facile anche perché ormai è un giocatore molto importante dell’Nba. Ma ci proveremo fino in fondo, non dimenticate che sul ragazzo esiste un progetto molto interessante che gli abbiamo sottoposto. Intanto, il coach Pozzecco e il direttore generale delle squadre azzurre Trainotti proveranno a inserire altri volti nuovi (come Darius Thompson, ex play di Brindisi che ha sposato una ragazza italiana, potrebbe giocare come passaportato già al prossimo Mondiale, ndr).

Pozzecco full time. “Sono da sempre stato convinto dei vantaggi del full time, però devo anche dire che se uno mi chiede di allenare una squadra di club, oggi come oggi diventa molto difficile dire di no. Se riesce a gestire entrambi i ruoli non vedo cosa ci sia di controprodu­cente. Pozzecco, quando ebbe l’occasione di andare al Panathi­naikos, mi chiese il permesso e non ebbi problemi a conceder­glielo. Poi non andò più in Gre­cia perché gli nacque la figlia”.

Passaggi da serie A ad A2 in finale di stagione. Cosa sbagliata? “Sono convinto anch’io. È una norma assurda, sbagliata. Certo, è anche colpa nostra che l’abbia­mo permessa. Ma nel prossimo consiglio federale proporrò di eliminarla. Non vale il principio secondo il quale le società ri­sparmino qualche soldo, l’aspet­to sportivo è più importante di quello economico”.

Mettere fine an­che alla vendita dei club che passano da una città all’altra. “Anche questa è una norma non giusta, la porterò all’attenzione del consiglio federale”.

Arbitri, sempre più sulla graticola dei club. “La Fip li tutelerà sempre. Purtroppo non c’è mai un allenatore che dichiari di aver sbagliato. E anche i giocatori vanno oltre con le proteste. I dirigenti spesso recitano, i giocatori esagerano. Una volta, quando si commetteva fallo, si alzava la mano autoaccusandosi. Oggi si alza sempre la mano ma si scuote immediatamente la testa. Comunque il responsabile Lamonica e tutti i comitati regionali stanno facendo un grande lavoro sugli arbitri, nell’ultimo anno abbiamo avuto tanti ragazzi iscritti ai nostri corsi”.


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