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Mondiale a Dubai, il bilancio finale. Capobianco: “Esperienza importante, l'obiettivo è continuare a migliorare”

di Redazione Pianetabasket.com
Fonte: fip

Nono posto con cinque vittorie in sette partite. Per l'Italia non può che essere positiva l'esperienza al Mondiale Under 17 Maschile che si è giocato dall'8 al 16 agosto a Dubai. A tracciare un bilancio è coach Andrea Capobianco.

“Giocare il Mondiale è stato possibile grazie al grande Europeo Under 16 disputato lo scorso anno da questa squadra sotto la guida di Antonio Bocchino. E’ stata un’esperienza importante sia a livello individuale, perché i ragazzi hanno avuto modo di confrontarsi con la durezza mentale e fisica della pallacanestro di tutto il Mondo, sia di squadra, perché partecipare ad un Mondiale è un premio per tutto il movimento e per tutti coloro - allenatori, preparatori e dirigenti - che quotidianamente durante l’anno lavorano nei settori giovanili per far crescere i nostri giocatori. Se siamo riusciti a qualificarci a due Mondiali consecutivi (l’anno prossimo si giocherà in Grecia quello Under 19, ndr), significa che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta”.

Andrea Capobianco ripercorre le tappe che ci hanno permesso di arrivare al nono posto, dalla prima gara con gli Emirati Arabi all'ultima con l'Argentina. “La prima partita 'vera' l’abbiamo giocata contro il Porto Rico - ha spiegato il Tecnico Federale - un paese che ha una cultura cestistica completamente diversa dalla nostra. Come ogni squadra del Centro e del Sud America, fa dell’agonismo e del cinismo i suoi punti di forza. Purtroppo non siamo riusciti a limitarli nei rimbalzi offensivi e questo ci ha penalizzato, anche perché il Porto Rico è una formazione che quando si esalta è difficilmente battibile. Gli errori commessi contro i caraibici però ci sono serviti per crescere e il giorno seguente con la Spagna, Campione d’Europa U16 in carica, abbiamo disputato una partita di altissimo livello, sia dal punto di vista fisico sia da quello mentale: i ragazzi hanno lottato su ogni pallone dal primo all’ultimo minuto, isolando gli spagnoli nell’uno contro uno e impedendo ai loro tiratori di trovare soluzioni facili. Negli ottavi ci è stato fatale il negativo primo quarto con la Cina: abbiamo sofferto la loro fisicità e concesso troppo ai tiratori; abbiamo provato a rientrare ma i cinesi, bravi a non ripetere gli sbagli commessi nella gara con l’Argentina, ci hanno impedito di compiere l’impresa. Con l’Angola è stata una partita durissima: abbiamo tenuto testa al loro strapotere atletico e, nonostante la loro precisione dall’arco (47% da tre, dnr), con cuore, testa e orgoglio abbiamo portato a casa la vittoria. Infine con l’Argentina abbiamo giocato un’altra partita di spessore, ottenendo la quinta vittoria in sette partite che è certamente un risultato di prestigio. Dove non siamo arrivati con la tecnica e la fisicità, lo abbiamo fatto con il cuore e la testa. Tutti hanno capito quali responsabilità si hanno quando si gioca con la maglia Azzurra con la scritta Italia sul petto, quando si rappresenta nel Mondo il proprio paese e l’intero movimento”.

Da questo risultato bisogna ripartire guardando al futuro. “Il bilancio non può che essere positivo - ha concluso Capobianco - ma questo deve essere un punto di partenza e non di arrivo. Abbiamo raggiunto questo traguardo perché abbiamo preso consapevolezza dei nostri limiti, imparando giorno dopo giorno dagli errori commessi. Solo con l’umiltà e lavorando giornalmente sui difetti si può migliorare e crescere. Ringrazio i ragazzi, anche coloro che hanno preso parte ai raduni e che non erano qui a Dubai, per la disponibilità e perché hanno sempre messo il proprio talento al servizio della squadra, non risparmiandosi mai. Ringrazio per il lavoro fatto lo staff medico/fisioterapico, tecnico e dirigenziale, funzionario e addetto stampa, e Antonio Bocchino, con cui mi sono confrontato quotidianamente va telefonica. Tutti, sia a livello lavorativo sia a livello emotivo, abbiamo cercato di dare ogni giorno qualcosa in più per portare il più alto possibile il nome dell’Italia. Ora ripartiamo con grande entusiasmo, continuando a collaborare con le società perché per la crescita del movimento è fondamentale il lavoro che questi ragazzi svolgono durante l’anno nei rispettivi club”.


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