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Sidigas-Grissin Bon: le cifre della vigilia di gara-6

di Massimo Roca
Fonte: Il Mattino

Al Pala Bigi è arrivata la quarta sconfitta stagionale per la Sidigas, la terza in una serie che si conferma fortemente polarizzata dal fattore campo. A tal proposito le cifre sono impietose. Nelle tre gare in terra emiliana, i padroni di casa hanno centrato l’obiettivo di limitare il fatturato di Avellino. La Sidigas è scesa dai 79,9 punti di media delle gare esterne ai 73 delle ultime uscite, passando dai 62,6 tiri dal campo delle precedenti trasferte ai 54,3. Il 52,8% da due nelle gare del Pala Bigi è sopra media rispetto al totale delle gare esterne (49,2%) ed è soprattutto conseguenza dei primi due match. Gara-5 ha vissuto già una storia differente. Coach Menetti ha abbandonato la strada suicida dell’atipicità di Silins e Polonara sotto le plance chiedendo un sacrificio in più a Lavrinovic e Golubovic. Ha riempito più l’area rinunciando ai cambi sul pick and roll. Risultato? Non c’è stata la solita colazione a sacco nel pitturato a cui ci avevano abituati Buva e Cervi. In casa Scandone, poco sistema in attacco in gara 5. Si è vissuto solo sul talento di Ragland e Nunnally e si è sentita l’assenza di un’alternativa importante ad Acker. La costante delle tre sconfitte è la percentuale nel tiro da tre: 27,3% complessivo contro il 38,7% della Sidigas in trasferta. Basso anche il numero dei tentativi 18,3 di  media (ma 23 in gara-5) contro i 25,2 della Scandone in versione esterna. Le basse percentuali al tiro hanno consentito a Reggio di trovare punti facili in transizione giocando su un ritmo che ha gli ha dato fiducia. Tanti i liberi tirati 25,7 contro i 16,8 delle precedenti trasferta. Le percentuali sono leggermente in flessione, ma c’era da aspettarselo per la durezza delle sfide: 77,9% contro l’ottimo 82,8% delle precedenti trasferte stagionali. I rimbalzi sono stati per la prima volta a favore di Reggio in gara-5. Merito soprattutto dalla reattività del trio italiano Polonara, Della Valle e Gentile, lo specchio di una Reggio finora anch’essa dai due volti. In casa: 83,7 punti con il  58,9% da due, il 31,8 da tre, 82,6 ai liberi, 32,7 ai rimbalzi, 11,3 palle perse. Al Del Mauro: 64,5 punti,  46,8% da due, 26,1% da tre, 63,3% ai liberi, 26,5 rimbalzi e 17,5 palle perse. In particolare nei tre match casalinghi la Grissin Bon ha saputo fare meglio delle precedenti uscite domestiche in termini di percentuale da due (58,9% contro il 53,3%) e di palle perse (11,3 contro 14,1). Avellino ha subito la transizione, gli 1vs 1 e non è stata in grado di creare pressione difensiva. La Sidigas prova a ripartire dalle due gare interne dove ha avuto acuti importanti sia nel tiro da due 60% contro il 53,7% di media della precedenti gare interne), ai liberi (88,4% con 5,5 liberi in più tentati a partita), nei rimbalzi (41,5 contro 37,9) negli assist (25 contro 22,6). Il tutto è confluito nella prima e terza valutazione stagionale di squadra (118 in gara-3 e 125 in gara-4). In termini individuali spicca la costanza di rendimento di Ragland, mvp della serie con 17,4 punti di media e 20,1 di valutazione, quella di Kaukenas e Della Valle. Più casalinghe invece le prestazioni di Polonara ed Aradori da un lato, e di Green e Leunen dall’altro. Proprio la disparità di prestazioni degli elementi di maggiore esperienza in casa biancoverde rappresenta una delle discriminanti nell’intera stagione tra successi e sconfitte. Green passa dal 40,8 % da tre ed 8,4 di valutazione nelle vittorie al 20,8% da tre e 1,9 di valutazione nelle sconfitte. Analogamente per Leunen la valutazione nei successi è doppia: 13,3 contro 6,5.
 


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