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Emilio Tricerri, il padre del Minibasket troverà posto nella Hall of Fame?

di Roberto Bernardini

Parlando con Enrico Campana di quanto questo basket manchi di personaggi che sappiano superare o solo emulare i loro predecessori, e disquisendo tra molti ricordi, mi è tornato alla mente Emilio Tricerri, troppo presto dimenticato, e del quale Campana sottolineava le capacità e anche il rispetto di cui godeva dal capo servizio del basket, Marco Cassani che, per chi non lo sapesse, fu
colui che è riuscito per la prima volta a dare al basket una pagina intera sulla Gazzetta, figura di giornalista completo, sereno, non
condizionabile, rigoroso anche nella valutazione di un match e che aveva dato una spinta decisiva anche alla riqualificazione della nazionale della gestione Coccia-Primo che coinquisterà il primo bronzo europeo e sfiorerà quello mondiale contro il grande Brasile di Ubiratan e Oscar, personaggio del quale lo stesso Campana si onora di aver preso il posto, ancora giovanissimo,e che ci ha lasciati a soli 46 anni. Chiusa la parentesi, Tricerri,questo pionere moderno, molto più di odierni travet, dalla tempra e coraggio, sicuramente meriterebbe, perlomeno, di entrare nella Hall of Fame della Fip nostrana. Che forse soffre di memoria corta giustificabile, in quanto solo da pochi anni è stata fondata.
Quest'anno ricorre vent'anni da quando ci ha lasciati. Ma chi era Tricerri? Per me quasi un papà (non me ne voglia suo figlio Giorgio), quante volte mi fermavo nella sede della Fip di Corso Italia a Milano dove era sempre presente (e nei pomeriggi solitario custode) per una chiacchierata. Emilio fu il grande inventore del Minibasket in Italia nel lontano 1965 parente stretto del Biddy Basket-ball americano creato nel 1950 in America da Jay Archer. Ma Tricerri iniziò questa avventura a Milano qualche anno prima, esattamente nel 1961 allorché creò nella capitale lombarda la società Ebro basket dove nacque il primo Centro Permanente Addestramento Pallacanestro. Questo Centro aveva anche un motto: "La via del basket", altra invenzione uscita dalla ferbida mente di Tricerri. Ben voluto e ben visto da tutti, sempre sorridente, fece crescere la "sua" creatura e udite, udite, c'erano aziende importanti che, senza essere "disturbate", si avvicinarono al basket, un nome su tutti: la milanese Motta. E poi la Coca Cola. Da quando quel progetto prese vita da un oratorio tra la nebbia padana, oggi ci sono in Italia ben 2.700 Centri affiliati alla Fip con 130.000 bambini che giocano con oltre 7.500 istruttori. E tutto questo grazie ad un uomo solo che ha vissuto per l'amore verso la palla al cesto a cui lasciava volentieri ad altri il primo piano: Enrico Tricerri. Ciao Emilio, tante grazie noi non ti abbiamo dimenticato e molti ragazzini grazie a te hanno conosciuto questo bellissimo sport e magari sono diventati campioni.


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