I più alti salari NBA: questa è l'epoca dei playmakers

I più alti salari NBA: questa è l'epoca dei playmakers

Negli anni  2009, 2011, 2013 e 2014 nella Top 10 dei giocatori più pagati della NBA non c'era neanche un playmaker. Fino a poco tempo fa, infatti, le squadre concedevano i più alti stipendi ai lunghi piuttosto che agli esterni e uno come Michael Jordan, per fare un esempio, aveva atteso il comeback - dopo il sabbatico baseball - per ottenere il massimo salariale.

La Top 10 di questa stagione rivolta tutte le carte: i primi tre, nell'ordine, sono Stephen Curry con 37,5 milioni di dollari, seguito da Russell Westbrook e Chris Paul con 35,7. Va detto che quest'ultimo ci è riuscito alla bella età di 33 anni... Forse non è un caso che gli ultimi tre MVP della Lega siano play, che sia finita l'epoca delle superstar come Kobe Bryant e LeBron James, che attraverso la rivoluzione dei salari con il nuovo contratto televisivo e i cosiddetti "Bird Rights", che una concezione del gioco regali molto più spazio al tiro dalla distanza, si sia creata una nuova situazione. Un cocktail che ha cambiato tante considerazioni degli addetti ai lavori.

La Top 15 dei salari della stagione 2018/19

1. Stephen Curry 37 457 000 dollari

2. Russell Westbrook 35 665 000

3. Chris Paul 35 654 000

LeBron James 35 654 000

5. Blake Griffin 31 873 000

6. Gordon Hayward 31 214 000

7. Kyle Lowry 31 000 000

8. James Harden 30 570 000

9. Paul George 30 560 000

10. Mike Conley 30 521 000

11. Kevin Durant 30 000 000

12. Paul Millsap 29 230 000

13. Al Horford 28 928 000

14. Damian Lillard 27 977 000

15. DeMar DeRozan 27 739 000

Come si può leggere, ci sono sei playmakers nei primi dieci posti. E la tendenza per il 2019 sembra raccontarci che aumenteranno. Kyrie Irving sarà free agent a luglio e potrà spuntare il massimo salariale. Cosa che ha già fatto John Wall, che ha rinegoziato un prolungamento a Washington che lo porterà in cima alla classifica con 38 milioni di dollari