Fenerbahce contro Galatasaray, e la nazionale turca nel mezzo

Una diatriba lunga più di un anno e una polemica pretestuosa ad alzare la tensione alla vigilia dell'eurobasket 2015
27.08.2015 20:21 di  Alessandro Luigi Maggi   vedi letture
Fenerbahce contro Galatasaray, e la nazionale turca nel mezzo

La rivalità tra il Galatasaray e Fenerbahce continua ad avere ripercussioni sulla nazionale turca. Ieri, il presidente del Fenerbahce Aziz Yildirim ha chiesto le dimissioni del selezionatore Ergin Ataman, ora è la dirigenza giallorossa a prendere le difese dell'ex senese.

"Stiamo sostenendo il nostro allenatore per responsabilità nei confronti del nostro Paese".

Questa reazione è venuto dopo che il presidente della federazione Harun Erdenay ha parlato così con il portale "Basketdergisi": "D'accordo con Aziz Yıldırım, ma solo sotto certi aspetti. Il sistema nazionale oggi è organizzato con sole gare estive, quindi non si possono avere selezionatori al lavoro per dieci mesi l'anno. Questo il principio dell'accordo con Ergin Ataman. A prescindere da questo, i tempi di certe esternazioni sono sbagliate: vogliamo qualificarci alle olimpiadi, ogni altra considerazione è fuori luogo".

La presa di posizione del Galatasaray è questa: "Non siamo d'accordo con l'affermazione di Harun Erdenay. Grazie al nostro orgoglio nazionale e grazie alla nostra responsabilità nei confronti delle persone del nostro paese, noi non chiediamo indietro il nostro allenatore. Il presidente della federazione deve difendere il nostro allenatore e indipendentemente dalle loro squadre, deve anche difendere i suoi giocatori fino all'ultimo possesso ".

La tensione Galatasaray-Fenerbahce va oltre il semplice campanilismo. Due anni fa, la squadra di Obradovic si aggiudicò il titolo nazionale contro il Gala perché i giallorossi disertarono la decisiva gara-7, in totale disaccordo con alcune sanzioni imposte dalla federazione per motivi di ordine pubblico. Ataman fu volto della protesta, contro il Fenerbahce, ma soprattutto contro la federazione per cui lui stesso lavorava e lavora, come coach della nazionale. Appunto.