LBA - GeVi Napoli, Federico Grassi presidente passionale che guarda lontano

LBA - GeVi Napoli, Federico Grassi presidente passionale che guarda lontano

La base per il successo è stata creata, i tre imprenditori che stanno facendo grande Napoli non sono e non vogliono essere solo l'ennesima scommessa per questa Napoli che nella pallacanestro ha vissuto gioie ma anche tanti dolori. Federico Grassi, presidente del Basket Napoli, nell'intervista a La Repubblica, di cui vi offriamo alcuni passaggi.

Passione. Ho sempre visto il basket, per molti anni il mio sport preferito insieme al calcio. Ero tra quelli che andavano al palazzetto dopo lo stadio, il Mario Argento resta nei miei ricordi. Prima partita nel 1978, a 9 anni: presidente De Piano, avversaria Reggio Calabria. Mio padre era amico e collega dell'ingegnere. Poi ci sono tornato insieme agli amici, ero in curva e ammiravo grandi allenatori. Su tutti, Mirko Novosel. Ho vissuto da vicino anche l'epopea di Maione, ricordo una partita di Eurolega col CSKA Mosca e una vittoria in campionato con Milano nel 2007. Con me c'era mio figlio Sergio, aveva tre anni.

Rinascita. Partimmo il 17 agosto 2018, giocatori disponibili ce n'erano pochi. Guarino fu il nostro primo capitano: tutti quelli che hanno dato fiducia al progetto meritano la nostra gratitudine. Scegliere Napoli, che aveva registrato in un decennio numerosi fallimenti, era un azzardo. Oggi il vento è cambiato: potremmo annoiarci del basket, ma sicuramente non fallire. L'unico rammarico è la scomparsa di Michele Amoroso, papà di Alfredo, al quale abbiamo dedicato un memorial.

Passione 2. Presidente passionale… anche troppo. Ho commesso qualche sbaglio, soprattutto il primo anno in B e in un'occasione a Scafati in A2. Errori di gioventù, ma ora cambia tutto. So che è un anno difficile, ci saranno più sconfitte che vittorie ma questo è il momento della maturità: anche io devo dimostrare che Napoli può stare in A e ospitare grandi eventi. Nel 2020 portammo a Fuorigrotta la Nazionale in quello che è rimasto l'ultimo evento sportivo con un impianto gremito prima della pandemia, a fine febbraio. Siamo contenti che adesso ci sia l'apertura al 50 per cento, con i controlli e il Green Pass il palasport è un posto sicuro. Aiutiamoci e ripartiamo, altrimenti muore lo sport e muoiono tante altre attività.

Obiettivi. Lottare per lo scudetto è difficile, abbiamo davanti società con budget troppo più importanti del nostro. C'è un progetto di riforma del basket al quale guardiamo con favore, bisogna equilibrare il sistema, oggi le disparità sono enormi con Olimpia Milano e Virtus Bologna che fanno un campionato a parte. Ma esserci per noi è già un primo passo. L'Europa? Il pensiero c'è. Magari entrando con una wild card tra un anno… Ci consentirebbe di coinvolgere ancora più imprenditori.