Orlandina, parla Gianluca Basile: «La salvezza? Un successo. Mentalmente mi sento quello di dieci anni fa»

L'ex azzurro è alla sua 13ª stagione nel massimo campionato italiano
20.09.2014 12:21 di  Matteo Marrello  Twitter:    vedi letture
Fonte: Gazzetta dello Sport
Orlandina, parla Gianluca Basile: «La salvezza? Un successo. Mentalmente mi sento quello di dieci anni fa»

Una carriere partita da Rivo di Puglia, passata per Reggio Emilia, Bologna (sponda Fortitudo), Barcellona, Cantù, Milano, fino ad arrivare a Capo d'Orlando. Trionfi a livello di club e tanti traguardi importanti con la maglia della Nazionale. Ora, alla soglia dei 40 anni, Gianluca Basile si rituffa nel campionato di Serie A con l'Orlandina e in una intervista alla Gazzetta dello Sport parla della  nuova stagione ormai prossima ad iniziare.

Questi i passaggi principali dell'intervista:

La 13ª stagione in A «(...)sono curioso. Mentalmente mi sento quello di dieci anni, ma il fisico non perde occasione per dirmi che non è più così. L'ultimo vero campionato di A l'ho giocato a Cantù, Milano è stata una parentesi infelice, l'anno scorso in Gold mi sono divertito, ora vediamo che succede».

Ci vuole un fisico bestiale «Il livello fisico e atletico è devastante rispetto alla Gold. L'anno scorso ogni squadra aveva due americani, ora, in precampionato, abbiamo affrontato Caserta che ne ha cinque e sono delle belve. E par- liamo di una squadra che ha come obiettivo i playoff, figuriamoci quelle di vertice».

Salviamoci la pelle «Salvarsi sarebbe un grande successo. Le prime uscite non sono state un granché, ma possiamo migliorare tanto. Abbiamo americani di talento e una panchina con quattro veterani e un giovane. La squadra c'è, sono fiducioso».

Dopo Milano solo Reggio «Reggio Emilia ha un budget di prim'ordine, probabilmente il secondo dopo Milano. Drake Diener e Darjus Lavri-novic sono giocatori che fanno la differenza. Dopo Milano non vedo una squadra più forte di Reggio: è da finale scudetto e non può sbagliare. Dietro metto Sassari che però ha appena aperto un nuovo ciclo ed è quindi un'incognita. Milano è senza rivali in Italia, anche perché non ha più il pensiero di Siena, e con un organico che può lottare per la Final Four di Eurolega».

I futuri protagonisti «Drake Diener è una certezza. Mi hanno parlato benissimo di MarShon Brooks, uno che attacca come Langford ma difende meglio. Gli italiani? Vorrei rivedere il Polonara di due anni fa».

Poz in panca «Tornando a Varese ha alzato l'asticella ed è quello che vo- leva. Come coach non assomiglia a nessuno, è unico anche in questo. Allena la squadra come avrebbe voluto essere allenato lui: in attacco dà carta bianca e spazio alla fantasia. La difesa la cura molto, finalmente ha capito...». 

Hackett e l'azzurro «(...)se un giocatore non se la sente di stare in Nazionale non deve essere obbligato o punito. Daniel ha chiesto scusa e poi, per avere un'Italia competitiva, lui ci serve come il pane. In Nazionale si sta creando un grande gruppo. Certo, con Hackett, Belinelli, Gallinari e Bargnani diventano tanti. Se poi i big si sentono in obbligo di dover decidere la partita da soli, allora un pallone potrebbe non bastare...». 

Spazio agli italiani «(...)l'anno scorso in Gold, con due soli Usa, gli italiani sono emersi. Un esempio su tutti: Pascolo, che è finito in Nazionale. Vediamo quest'anno quanto giocherà. Ma capisco anche le esigenze economiche dei club».