NBA - A Golden State vogliono dimenticare gli schiaffi presi dai Grizzlies

NBA - A Golden State vogliono dimenticare gli schiaffi presi dai Grizzlies

Una sconfitta che fa male, quella di ieri sera al FedEx Forum per i Warriors che non passerà alla storia come la più grande sconfitta ai playoff della franchigia, che aveva già perso di 56 punti (126-70) contro i Lakers nella finale di Conference del 1973, o di 40 (138-98) contro i Clippers, al primo turno nel 2014. Ma è comunque una macchia indelebile di 39 punti (134-95), dopo essere stati sotto di 55 nel 3° quarto.

"E' stato terribile, imbarazzante", ha riconosciuto Klay Thompson. "Dall'intervallo non abbiamo più impostato un buon ritmo e loro erano più aggressivi di noi... Tutti eravamo partiti con la voglia e la mentalità di chiudere stasera la serie, ma il basket a volte è un gioco di incidenti e ci siamo dimostrati solo l'ombra di noi stessi."

Mike Brown, che svolge il ruolo di head coach con Steve Kerr in quarantena, pensa che tutto abbia avuto origine dalle palle perse: "Dobbiamo solo prenderci più cura della palla. Dobbiamo calmarci in attacco perché, se perdi palloni come abbiamo fatto noi e soprattutto ad inizio partita, si regalano agli avversari facili contropiedi, che danno fiducia a loro e depressione a noi man mano che la partita va avanti."

Anche se ha finito per divertirsi con Draymond Green (panchinati per l'ultimo inutile ultimo quarto, ndr) con il "trashtalking" del pubblico dei Grizzlies, Stephen Curry riconosce anche che i Warriors hanno perso il controllo troppo rapidamente in questa gara 5: "Sono entrati con un senso di urgenza che noi non avevamo. Tutto il nostro piano di gioco, su come avremmo potuto battere questa squadra e su cosa potevamo concentrarci, l'abbiamo completamente eseguito al contrario con le nostre palle vaganti, lasciando rimbalzi offensivi, commettendo errori.  E se dai così tanto a una squadra che gioca con l'energia della disperazione... puoi perdere il controllo della gara molto rapidamente."