Tour europeo per i San Antonio Spurs

02.10.2014 14:25 di  Umberto De Santis   vedi letture
Tour europeo per i San Antonio Spurs

Prossima tappa Berlino, Europa, poi Istanbul. Appena dopo il Media Day e lo scrimmage riservato alla gente di San Antonio all'AT&T Center. Questo il programma dei pr imi giorni degli Spurs edizione 2014-15che ricominciano a rotta di collo nel segno distintivo della squadra, ovvero l'internazionalizzazione. Che poi era il sistema migliore per ritagliarsi un gruppo di protagonisti da primo livello che il bacino d'utenza e il monte salari della NBA dei bianconeri texani non potevano garantire.

Una sola novità, un play di riserva: Kyle Anderson, da far lievitare nei muscoli e nella comprensione del gioco. Si parte per il Vecchio Continente dove si aggregherà Boris Diaw, ancora in Francia nella sbornia da post-mondiale. C'è Duncan, che poteva essersi ritirato, c'è Ginobili ancora un pò triste per il no al Mondiale. Parla tanto e ride quanto Leonard tace, timido davanti una popolarità travolgente dopo il successo e il titolo di MVP.

C'è Belinelli, sempre più fisico, pronto dopo un'estate da culturista a reggere il confronto con le ali piccole più grandi di lui e a ritagliarsi lo spazio che la forzata assenza di Patty Mills per i prossimi sei mesi aprirà nelle rotazioni di Popovich. Torna in Europa con il carrozzone Spurs anche il nuovo entrato Ettore Messina, che farà da guida su campi che conosce bene, da quattro volte campione di Euroleague. Perfino l'ultima stagione del CSKA ha raddrizzato dopo la sberla delle Finals che avrebbe steso un rinoceronte.

"San Antonio oggi è il posto più bello per fare pallacanestro" afferma il tecnico italiano. Un mese di settembre con giocatori ed assistenti a fare preparazione l'ha già introdotto nell'ambiente, che lavora con lo stesso standard da oltre dieci anni, migliorandolo in continuazione grazie anche agli innesti. Pops si aspetta un grande contributo da Messina e anche dall'altra new entry Becky Hammon. E adesso vengono ad allenarsi in Europa, perchè il markeing della NBA è davvero una cosa seria.