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: EuroBasket 2017 - L'Italia non spezza l'incantesimo, la Serbia è troppo superiore

13.09.2017 22:20 di  Lorenzo Belli   vedi letture
LIVE: EuroBasket 2017 - L'Italia non spezza l'incantesimo, la Serbia è troppo superiore

La Serbia fa rispettare la voce del più forte, in maniera fisica, dominante sotto le plance (44 a 19 il computo dei rimbalzi) e con una difesa ben orchestrata che "toglie" ossigeno a Belinelli (18 ma 2/11 da 3) e concede poco pure a Datome (15); agli Azzurri non può bastare la buona volontà dei vari Burns (9) e Biligha (4 e 3 rimbalzi) contro le Aquile Bianche che si appoggiano puntualmente vicino a canestro dove Marjanovic (10 con 7 rimbalzi e 4 assist), Kuzmic (9 e 7 rimbalzi) e Macvan (13 e 6) a turno sono i padroni. Lucic (11) e Milosavljevic (10) sono due costanti spine nel fianco ma il nostro killer ha le sembianze di Bogdanovic (22 di cui 12 nel quarto finale) che porta i ragazzi di Djordjevic, meritatamente bisogna dirlo, a giocarsi la semifinale continentale con la Russia; si chiude così un ennesimo EuroBasket - il terzo - con l'eliminazione ai quarti di finale, nessun amaro in bocca per la mancata impresa di stasera ma la consapevolezza che per tornare grandi e competere con l'élite europea la strada è molto lunga   

LA CRONACA LIVE: Tentativo numero tre. Gli Azzurri dopo le beffe degli ultimi due EuroBasket nei quarti di finale, sempre ad opera della Lituania, ci provano ancora a strappare l'agognato biglietto per le semifinali; pure questa volta l'avversaria è una delle nostre tradizionali bestie nere: la Serbia guidata da Sasha Djordjevic. I vice campioni mondiali ed olimpici non hanno il roster al completo, anzi le defezioni li rendono quasi avvicinabili al resto delle rappresentative continentali, pur rimanendo una squadra di altissimo profilo e chiaramente (al pari della Spagna) la grande favorita alla vittoria finale; l'Italia si tiene ben stretta il suo ruolo di "underdog" e cercherà, come fatto dalla Russia pochi minuti fa, di sovvertire il pronostico con la serenità di chi non ha nulla da perdere riscoprendosi grande dopo tanti, troppi, anni di delusioni. 

Quintetti iniziali senza sorprese, Messina parte con Hackett, Belinelli, Datome, Melli e Cusin mentre lo starting five serbo è composto da Jovic, Bogdanovic, Lucic, Bircevic e Kuzmic

Le prime due azioni della gara fanno subito capire che le difese non scherzano obbligando Belinelli e Lucic a delle forzature senza speranza di fare canestro, Melli e Datome sbloccano la contesa mentre la nostra retroguardia resta inviolabile per quasi 5' trafitta solo da un guizzo di Bogdanovic e al giro di boa della frazione siamo avanti (7-2); i coach iniziano a pescare dalla panchina e la Serbia ne approfitta subito per imbastire un contro break (7-8) ma la replica azzurra non si fa attendere con Datome, Filloy e Belinelli (16-12). Gli arbitri non sono molto tolleranti con le difese maschie di ambo le squadre, dalla lunetta i serbi sono implacabili con Milosavljevic a griffare il sorpasso a 2" dalla sirena del periodo. Al 10' è 17-18

Jovic segna ed ispira, Macvan si fa spazio sotto le plance (20-24) e Messina preferisce fermare il gioco ed esordisce con un "non ci stiamo credendo abbastanza", al ritorno in campo Kuzmic cancella Cusin che incappa poi nel terzo fallo personale lasciando spazio a Burns che si rende subito utile con un appoggio ma non può nulla contro un Marjanovic cercato - logicamente - a ripetizione dai compagni vicino al canestro (25-32). Il gigante dimostra anche sensibilità nel passaggio, quello che libera sul lato opposto Lucic da oltre l'arco ci è fatale, Macvan lo imita e sprofondiamo in doppia cifra di ritardo (27-38); tripla pesante di Burns che si sta rivelando importante in attacco (impotente dietro contro il centro avversario) e Djordevic chiama time out, al ritorno sul parquet ancora Burns protagonista: palla rubata, guida la transizione e passa a Datome per il canestro del -5 (33-38). L'Italia resiste, a fatica ma resiste. Le schermaglie finali però non ci sorridono, due liberi di Marjanovic, una bella giocata di Lucic perfettamente assistito da Bogdanovic ed altri due liberi di Kuzmic ci condannano ad entrare negli spogliatoi sul 33-44; purtroppo la difesa perfettamente adeguata su Belinelli lo sto mandando in crisi e senza il nostro scorer è difficile impensierire una squadra di questo livello. Ci sono ancora 20' in cui coltivare un sogno chiamato semifinale 

Prima delle cifre dei singoli una di squadra, alla voce rimbalzo siamo 7-22. Banale dirlo, a questo ritmo non si può nemmeno pensare di impensierire la Serbia e servirà maggior presenza sotto i tabelloni; 9 per Datome, 7 per Melli e 6 per Belinelli (2/7 dal campo). Marjanovic finora ha fatto saltare gli equlibri (8 punti, 4 rimbalzi e 4 assist), Macvan e Lucic preziosi gregari a quota 7 mentre Bogdanovic "sonnecchia" (6 ma con 3 assist) 

Al ritorno dagli spogliatoi vanno sul campo entrambi i quintetti iniziali, Hackett attacca due volte Jovic e lo obbliga a due falli che lo fanno tornare subito in panchina poi trova l'assist per Cusin che schiaccia il primo canestro della ripresa; non riusciamo a trovare il ritmo in attacco e la difesa non può nulla quando i serbi si avvicinano al bersaglio: Kuzmic e Macvan riscrivono il massimo vantaggio (37-52). Belinelli prova a mettersi nel match, Biligha ci regala energia e quattro punti che vogliono dire speranza (44-54); i serbi si specchiano e noi con molta umiltà restiamo in vita, Messina si prende un fallo tecnico pretendendo maggior tutela dei suoi nei contatti fisici. Le schermaglie finali della frazione offrono poco, tanta difesa da ambo le squadre, qualche libero a bersaglio e al 30' il tabellone recita 48-59

Abbiamo bisogno di 10' pressoché perfetti, l'inizio non è quello desiderato con Bogdanovic che segna in palleggio arresto e tiro il +13; Datome e Belinelli provano a prendersi la squadra sulle spalle ma Bogdanovic sta entrando nei minuti che predilige e ci tiene a distanza, Messina chiama minuto: non c'è più tempo per resistere, bisogna provare una disperata rimonta (52-65 -7'03"). Belinelli, da tre, Datome in avvicinamento e la versione "small" (Hackett, Filloy, Belinelli, Datome e Melli) ci permette di rosicchiare qualche punto (59-67 -5'07") ma Bogdanovic oramai è entrato in zona on fire e ci prende a sberle (61-72 -4'21"). A -2'23" è ancora il fenomeno appena firmato dai Sacramento Kings a mettere la parola fine al sogno azzurro convertendo un gioco da tre punti (61-77); ultimi giri di lancette che un Italia scoraggiata mentre i tifosi serbi possono iniziare a festeggiare con i loro vessilli 67-83