A2 - Guido Rosselli pronto all'avventura con la Virtus Bologna

A2 - Guido Rosselli pronto all'avventura con la Virtus Bologna

L'ala toscana della Virtus Guido Rosselli si presenta così alla penna di Luca Soncini di La Repubblica: "Danilovic era Danilovic, ma a me è sempre piaciuto di più Rigaudeau. Poi andavi in palestra e provavi a imitarli". Ecco il tutto:

Rosselli, coach Ramagli alla presentazione l’ha definita “pietra angolare” della squadra. Credo che lui volesse dire che noi veterani dovremo, in settimana e in partita, mettere la nostra esperienza al servizio soprattutto dei più giovani. Noi che ci siamo passati, sappiamo che a volte ti scappa di fare su e giù in campo, di farti prendere la mano da foga ed entusiasmo. Lì servirà qualcuno che metta ordine: rallentare il ritmo, ricordare di eseguire i giochi. Capire se è meglio andare a giocare in post basso o continuare con il pick n’roll.

Un po’ come Rigaudeau. Sì, con tutto il rispetto. Aveva un talento clamoroso, è stato uno dei primi play di due metri. Agevolava il gioco dei compagni, ma alla fine metteva pure punti, assist, rimbalzi. Io venti punti nelle mani, come lui, non li ho tutte le domeniche. Mi servirà anche mettermi al servizio degli altri.

Si diceva: finalmente alla Virtus. C’è arrivato dopo averla affondata: voi di Torino salvi, la Vu in A2, retrocessa per la prima volta nella sua storia. Ci sono arrivato anzitutto per Ramagli. Lo conosco sin da ragazzino, fu lui a convocarmi nella rappresentativa toscana al Trofeo delle Regioni, quando non avevo ancora 14 anni. Poi conosco il GM Trovato dai tempi di Torino. Col coach avevamo fatto una chiacchierata al camp di Pillastrini a Cesenatico, poi sono venuto a giocare ai playground dei Giardini Margherita. Non ci ho pensato troppo a dire sì, è stata una trattativa facile.

Che Virtus sta nascendo? Abbiamo lavorato bene, e credo che il coach sarà una parte fondamentale della squadra. E’ uno pane al pane, toscano come me, sa cosa vuole e va dritto al punto. Così si semplifica il lavoro di tutti. C’è un buon clima e quando ci saranno difficoltà starà a noi veterani aiutare il gruppo dei giovani, che comunque hanno tutti talento.

Poi c’è il derby… Ci ha già pensato Mancinelli a parlarmene, giocavamo insieme a Torino. E’ un amico, ma non ci guarderemo in faccia, quel giorno. Lo sento nei discorsi della gente quanto è importante questa partita, ma va affrontata senza paure. Giocare a Natale e a Pasqua aggiungerà spettacolo.

Avete una nuova maglia, lo scorso anno fece rumore quella con una Vu minuscola. Le piace questa? Moltissimo. Quest’anno il simbolo della società si vede, eccome. Anzi preferisco la versione nera, dove la Vu risalta ancora di più. Ed è giusto così, è il nostro stemma, giochiamo per la Vu.