Ecco cos'altro ha detto Claudio Toti e...basta con i salti di CR7

Nella conference call di Toti ieri, ci sono state due domande finali che offrono diversi spunti interessanti e...quel CR7 lì....
01.08.2020 17:45 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
Ecco cos'altro ha detto Claudio Toti e...basta con i salti di CR7

Nel ringraziare Pianetabasket per aver scelto la mia ricostruzione della conference call di Claudio Toti di ieri, giovedì 30 luglio, faccio rilevare ai lettori di Pianetabasket che quella stessa ricostruzione non è completa perché non lo è nemmeno quella pubblicata su Repubblica: ok mi spiego subito.

Un cronista manda al proprio giornale o la quantità esatta di righe richieste oppure se si tratta di internet quanto lui stesso ritenga sia giusto riportare. In sede di pubblicazione il capo servizio o il caporedattore decide che una certa parte si possa tagliare perché…perché….sono decisioni che competono ad un capo e che possono certamente essere discusse ma non in fase di messa online di un articolo specie a tarda sera. Anche in una democrazia un capo è un capo.

Ecco dal resoconto completo che avevo inviato al giornale sono state tagliate due domande – una del sottoscritto l’altra di un collega – che qui riporto per massima completezza di informazione ed anche perché possono dare origine ad una discussione importante. Secondo me sia chiaro dunque è un’opinione che vale come tutte, purchè tutte le altre non siano impregnate di fanatismo…

Allora ecco la parte finale della call di Toti:

Qual è la base tecnica dalla quale riparte la squadra?

C’è un allenatore che è Piero Bucchi, un giocatore che è Tommaso Baldasso ed altre persone sotto contratto nell’area tecnica che stanno lavorando per pensare alla squadra del prossimo campionato. Se dovessi rimanere nella società ma anche se dovessi uscire cercherò di dare i miei suggerimenti alla nuova proprietà in questo senso”.

Perché lei non ha mai costruito un palazzo o Casa Virtus?

Le cose stanno così. All’epoca del sindaco Veltroni si pensò di realizzare il Pala Ostiense negli spazi degli ex Mercati Generali ma poi ci si accorse che non c’era tutto la spazio necessario per un impianto da 6/7 mila persone. Poi ci fu la questione del terreno alla Bufalotta – tutto questo per verità di informazione non ha nulla a che fare con questa Amministrazione in carica ma attraversa tre Sindaci ed un Commissario -  che in parte era dell’Anas. Noi vincemmo un bando del Comune che ci chiese di fare il progetto esecutivo. Poi ci chiese di fare anche gli scavi archeologici che pur essendo di competenza dell’amministrazione comunale, noi facemmo lo stesso. Infine ci chiesero un nuovo progetto operativo e in seguito ci tolsero l’area. Abbiamo fatto ricorso al TAR per avere la riassegnazione dell’area o il rimborso delle ingenti spese sostenute e siamo in attesa che venga fissata un’udienza”.

Questione numero uno: ripartire da Bucchi e Baldasso è un bel ripartire. Di Bucchi non vorrei nemmeno parlar troppo perché il coach bolognese ha una carriera che racconta quanto sia bravissimo, non bravo. Ed ha un rapporto con la città, l’ambiente e la stampa impagabili. Inoltre da quando è arrivato nel marzo del 2019 ha dimostrato di saper navigare anche nelle difficoltà dunque chi meglio di lui per affrontare una sfida così nuova? E’ una garanzia e male farebbero i nuovi proprietari a cambiarlo. Stesso discorso per Tommaso Baldasso, un ragazzo che a Roma ha scalato bene i gradini che lo hanno portato ad essere oggi un playmaker affidabile e di futuro (ha 22 anni…) ancora in crescita. Per il resto c’è poco tempo ma con la guida di Bucchi si può allestire una squadra di tutto rispetto ancora oggi. E con soldi nuovi.

Questione numero due: il Palazzo. Il PalaEur è gigantesco, ha costi di gestione molto alti che non vengono assorbiti dagli abbonamenti o dal botteghino. Il Palazzetto dello sport nella zona Flaminio avrebbe una capienza giusta (3500 persone) ma sarà chiuso almeno per un altro anno e poi va giustamente condiviso con altri sport e quindi a una gestione complicata, provvisoria. Farne uno nuovo abbiamo letto dalle parole di Toti quanto sia difficile perché nessuno deve dimenticare che Roma è anche la Capitale della Burocrazia con la B maiuscola dove anche respirare su un’area di un qualche interesse pubblico può creare problemi.

Però la storia sportiva della città degli ultimi vent’anni, ha visto due costruttori, Toti e Mezzaroma, alla guida di basket e pallavolo e nonostante quanto esplicitato dal patron della Virtus, c’è sempre una domanda che gira nella testa: la Burocrazia romana impedirebbe a Michael Jordan di schiacciare perché “forse volando così in alto violerebbe lo spazio aereo capitolino” ma due costruttori di quel livello, possibile che…?

A proposito di Michael Jordan, Dominique Wilkins, Tyrone Bogues, Shawn Kemp, Spud Webb, DJ Stephens, Andrew Wiggings, Dee Brown, Shannon Brown, James Wright (anche nei suoi anni italiani tranne Roma) solo per citarne alcuni, noi del basket non siamo stanchi di sentir parlare dei salti che ogni tanto, ripeto ogni tanto, compie Cristiano Ronaldo come se fossero salti sulla Luna? Uffa…