Per Caserta Oscar Schmidt sarà la 'Mão Santa' in eterno: la docu-serie

Per Caserta Oscar Schmidt sarà la 'Mão Santa' in eterno: la docu-serie
© foto di FIBA.Basketball

Martedì pomeriggio a Caserta, in occasione della presentazione ufficiale di "Scugnizzi per sempre", una docu­serie targata RAI che racconterà gli anni d'oro della Juvecaserta in uscita a fine agosto, il protagonista principe è stato ancora una volta lui: Oscar Daniel Bezerra Schmidt (per tutti solo Oscar). Le sue parole al Corriere dello Sport.

Cittadino casertano per sempre. "Sapete cosa vuol dire vivere otto anni nello stesso luogo? Una vita, solo qui è stato possibile. Ero felice quando arrivai a Caserta nell'82, perché si realizzava il sogno di giocare in Italia."

Le storie belle finiscono. "E' strano perché arrivi con obiettivi precisi, perfetti nella tua testa. Riesci a fare un percorso poi improvvisamente sei fuori. Cosa accadde? A distanza di tanti anni ancora me lo domando. Nell'estate del 1990 decisero di non farmi più giocare con loro, lo venni a sapere da un compagno di squadra della nazionale brasiliana. Mi misero addosso una targa di perdente senza senso. Perdente a me, che ho vinto praticamente tutto con i club? Vincere qui sarebbe stato il coronamento della mia carriera, ma non me lo permisero. Rimasi comunque in Italia: piangevo e segnavo."

Spettatore e tifoso dello scudetto. "Nando Gentile segnò due canestri che nessuno sarebbe capace, nove punti in un minuto. Juve campione: non mi è piaciuto certo, perché volevo essere anche io lì, ma subito ho mandato un telegramma di congratulazione."

Tanjevic, il Real e O surdato 'nnammurato. "Arrivai grazie a Boscia, un maestro. Ho imparato tantissimo da lui. Una fonte di sapere oltre la media. Rimpianti? La finale di Coppa delle Coppe persa contro il Real Madrid ad Atene, con oltre mille casertani al seguito. E le due finali scudetto. Di quel periodo una cosa mi è rimasta impressa: "O surdato 'nnamurato", canzone che la nostra tifoseria intonava tutte le partite. Ho ancora i brividi."