Andrea Zanchi chiude il capitolo Assigeco

IL 51ENNE COACH VENEZIANO SALUTA DOPO TRE STAGIONI, SOSTITUITO A SORPRESA DA FINELLI: «È SUCCESSO TUTTO TALMENTE IN FRETTA DA LASCIARMI SPIAZZATO, MA MI PORTO DIETRO AMICIZIE IMPORTANTI».
06.07.2015 08:37 di  Luca Mallamaci   vedi letture
Fonte: Il Cittadino di Lodi
Zanchi a cena con gli amici
Zanchi a cena con gli amici

CODOGNO Il passaggio, l'ultimo, dall'appartamento in centro è un rito che Andrea Zanchi, ormai ex coach dell'Assigeco, preferisce officiare insieme a papà Gianfranco. Ci sono da raccogliere gli oggetti che hanno accompagnato la sua permanenza nel basso Lodigiano nelle ultime tre stagioni. Arrivato nel novembre 2012, il coach veneziano deve lasciare l'Assigeco risolvendo consensualmente il contratto che lo avrebbe legato al club rossoblu anche per il prossimo campionato. Scelte della dirigenza lodigiana.

Il bagagliaio della macchina si riempie di tante cose, i ricordi invece restano indelebili dalle parti del "Campus". «È successo tutto talmente in fretta, tanto da lasciarmi un po' spiazzato e impreparato. Mi spiace molto dover lasciare un ambiente per il quale mi sento il coach ideale, sia dal punto di vista tecnico che personale - è innegabile che il 51enne coach si adattava perfettamente al "clima" rossoblu -. Nella tristezza della partenza mi aggrappo alla certezza dell'amicizia "cementata" con parecchie persone: mi piace creare ambiente e gruppo, in ogni piazza dove vado. Al "Campus" abbiamo fatto qualcosa di veramente grande, dando parecchie risposte positive alle aspettative del club. C'è solo il rammarico di dover lasciare con del lavoro ancora da fare. Il mondo però a volte sembra andare più in fretta di quanto ci aspettiamo».

Zanchi passa a Recanati lasciando il suo posto sulla panca Assigeco non a Michele Carrea, il suo assistente deputato a raccoglierne l'eredità (che è finito invece a Biella) ma ad Alex Finelli: «Ho grande stima di lui, è un ottimo allenatore».

La cena di sabato sera con un ristretto gruppo di amici è l'epilogo ideale di un bel capitolo di una vita che intreccia inevitabilmente gli aspetti tecnici con i tumulti dell'animo: «Non posso che ringraziare tutti, società, dirigenti e tifosi, per questi tre anni molto intensi sia dal punto di vista cestistico che umano, vissuti splendidamente anche dalla mia famiglia e da mio papà, diventato parte integrante del mondo Assigeco - racconta l'ex coach rossoblu -. Sono orgoglioso dei traguardi che abbiamo raggiunto attraverso il grande impegno giornaliero e lo spirito di sacrificio. Non è stato semplice superare le tante difficoltà che si sono presentate sul cammino degli ultimi tre campionati. Siamo riusciti ad arrivare ai nostri obiettivi, superandoli addirittura nell'anno di Silver, grazie all'impegno di tutti nel far funzionare anche le piccole cose. È vero che mi avvicino a casa (Recanati è meno di un'ora di strada da Fermo, dove Zanchi ha casa da più di vent'anni, ndr), ma rivedrò presto tanti rappresentanti dell'Assigeco su qualche parquet. Ci si sposta fisicamente, però l'affetto e il rispetto rimangono immutati».

Al di là dei risultati cosa mette in archivio Zanchi? «Mi porterò dentro tantissime cose, alcune negative ovviamente, ma quelle positive sono davvero molte di più. Tifo sempre Assigeco e mi auguro di tornare presto al "Campus"».

Chiuso il rapporto con l'Assigeco si apre la pagina di storia al paragrafo di Recanati. «Devo ringraziare la dirigenza del club marchigiano e il presidente che mi ha dato fiducia per affrontare il nuovo campionato di A2 che si preannuncia molto impegnativo. Recanati per tanti versi è simile a Codogno: c'è un progetto sul quale lavorare, un ambiente da creare prima di pensare alla squadra. Fino a pochi giorni fa non ci pensavo, ma ora sono contento e non vedo l'ora di cominciare a lavorare».

La firma di Bonessio e, chissà?, quella di Chiumenti fanno intuire la direzione presa... «Metteremo in squadra bravi ragazzi con tanta voglia di impegnarsi e sudare, proprio come abbiamo fatto all'Assigeco. C'è sempre un budget da rispettare, ma la voglia di fare bene non manca».

Gli amici levano i calici per un brindisi al sapore di Prosecco: «Gli allenatori, come i giocatori, passano ma l'amicizia e le persone rimangono per sempre - gli occhi di Zanchi dietro gli occhiali luccicano più del solito -. Questo è quello che conta davvero».

Luca Mallamaci