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Sport - Dal caos esce la Vezzali: priorità e chiarezza per il futuro (prossimo)

di Umberto De Santis

Non facciamoci illusioni: al di là delle dichiarazioni di facciata degli esponenti politici "omnibus" sulla nomina di Valentina Vezzali a sottosegretario allo Sport non c'è tutta questa soddisfazione per la decisione di Mario Draghi, che ha messo fine a un polverone di candidature e relativi veti nelle ultime settimane. 

Men che mai dagli uomini di sport. Così Gianni Petrucci: "Io l'unica cosa sincera che posso dire è che Valentina è stata l'ultima portabandiera alle Olimpiadi sotto la mia presidenza e non posso che essere orgoglioso di questa nomina". E ha rincarato Malagò: "La Vezzali al Coni è di casa e conosce i nostri problemi". Di circostanza.

Mentre tutti oggi fanno riferimento alla favolosa carriera sportiva della migliore schermitrice del mondo, a noi interessa ricordare che la Vezzali, da deputata con Scelta Civica, il 15 aprile 2013 aveva presentato alla Camera come primo firmatario una proposta di legge "Norme in materia di previdenza e di tutela della maternità per gli atleti non professionisti" che oggi fanno parte di quel pacchetto di contestazioni alla riforma rivolto al ministro dello sport uscente Vincenzo Spadafora. Per inciso, la Vezzali ha presentato 100 progetti di legge durante il suo mandato parlamentare.

Nell'editoriale di Tuttosport, Xavier Jacobelli si è finalmente lanciato nel chiedere alla Vezzali di "infilzare l'incompetenza e i poltronifici". Ma non ha specificato contro chi si rivolgessero i suoi strali. Certo rimangono aperti i temi su come far funzionare la riforma approvata dal governo Draghi, dove trovare i soldi per i ristori (o i sostegni che dir si voglia), come dovranno funzionare i rapporti tra Coni e Sport e Salute.

Muovendosi come un elefante in cristalleria, ma aggiungendoci l'ignoranza del non saper distinguere uno Swarowski per una serata di gala da un RCR per la tavola di tutti i giorni (come da lui stesso purtroppo confermato), Vincenzo Spadafora ha lasciato ai posteri un mucchio di carte e regole informi e inapplicabili frutto di una mediazione politica per arrivare comunque ad una approvazione senza nè capo nè coda.

Non si può ritenere che volontariato, dilettantismo e professionismo, come costruzione di una gioventù sportiva e costruzione di un campione dello sport siano trattati alla stessa stregua con le norme del lavoro dipendente. Una superficialità imbarazzante.

Il neosottosegretario si concentri sui ristori, che al momento sembrano l'unica urgenza percorribile, e li svincoli, a parer nostro, dalle trattative su tutto il resto. Altrimenti società e sportivi rimarranno ostaggio, come lo sono da un anno a questa parte, della contrapposizione tra esecutivo e dirigenza sportiva di vertice che fino ad ora ne ha bloccato la realizzazione. Alla svelta.

Perché l'orizzonte politico del governo Draghi lo vediamo già molto limitato. I partiti stanno tutti insieme (compresa l'opposizione) con uno scopo preciso, dal momento che entro il 30 aprile si dovrà presentare alla Ue il Recovery Plan. Dopo la festa dei lavoratori si capirà chi saranno stati gli scontenti nella distribuzione della pioggia di miliardi e se questo esecutivo avrà i numeri per continuare a governare.


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