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Giorgio Armani, resilienza in attesa di tornare al Forum

di Redazione Pianetabasket.com

Giorgio Armani è la storia di copertina dell'ultimo numero di Sportweek della Gazzetta dello Sport, che lo gratifica con una frase assolutamente vera e da condividere, a nostro giudizio: "senza clamore, ci appare come una delle persone più vicine a chi soffre e a chi lavora per il bene comune." Ecco alcuni passaggi dell'intervista.

Come uscirne. Con la consapevolezza che lo sforzo di tutti ci farà uscire da questa difficile situazione. Con apprensione, per i miei cari, i miei dipendenti e  me. Con determinazione, deciso a dare un messaggio positivo.

Definizione di Milano. Milano è la città che fa, senza troppo sbandierare. È concreta e di poche parole, un modo di essere in cui mi rispecchio molto.

Metamorfosi. Cambia continuamente, ed è anche per questo che mi piace. Negli ultimi anni la sua crescita ha subìto una grande accelerazione  facendole guadagnare una vera rilevanza internazionale. La differenza principale per me sta in questa proiezione della città nel mondo che, pur rendendomi orgoglioso, mi ha sempre fatto riflettere sulla conseguente perdita di una dimensione più intima, di un ritmo più lento, che rimpiango un po'. Ma ciò che non è mutato è senza dubbio la capacità insieme pratica e intellettuale di saper trovare soluzioni ai problemi, la forza, l'energia con cui ha  sempre saputo reagire ai momenti difficili.

La mediocrità avanza? La mediocrità è legata all'omologazione, e si supera con il coraggio dell'espressione individuale.

Rinvio Olimpiadi. Le Olimpiadi sono un evento gigantesco, che coinvolge il mondo intero e farle svolgere in totale sicurezza è un messaggio importante, oltre che una decisione saggia. Sono sempre d'accordo quando si tratta di dare la priorità alla sicurezza delle persone coinvolte, è una scelta che, come sa, ho recentemente fatto anche io.

Al Forum per le partite Olimpia. Certo che mi mancano. Torneranno presto. Il basket è una passione di famiglia: lo giocavano sia mio fratello che mia  sorella. È uno sport adrenalinico, di grande impatto visivo, nobile direi. Mi stimolano questi aspetti.

Messina e l'Olimpia. È una scelta che ho fatto proprio in questa prospettiva, presa insieme a Leo Dell'Orco, presidente della squadra dallo scorso  anno e al quale riconosco entusiasmo e senso pratico. Messina ha già dato un'impronta nuova di metodo e cultura, e con il tempo sarà sempre più evidente anche nei risultati.

Campioni indimenticabili. Cerco sempre il meglio, divertimento incluso, da tutti. Ma tra i grandi del passato dell'Olimpia non posso non citare Mike D'Antoni e Dino Meneghin: a entrambi abbiamo ritirato il numero di maglia in cerimonie indimenticabili. Nessuno indosserà mai più le loro maglie numero 8 e 11.


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