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La rincorsa di Avellino. Alberani: "La Sidigas può confermarsi"

di Massimo Roca
Fonte: Il Mattino

Due finali delle ultime tre, dalla Coppa Italia alla Supercoppa passando per il campionato. Il campo dice che Avellino è l’anti-Milano seppur con distanza dai campioni d’Italia. Confermarsi al vertice rendono l’ambiente carico di buoni propositi in vista dell’esordio. Domenica prossima al Pala Del Mauro arriverà Torino, targata Fiat, con ambizioni play off e guidata dall’ex Vitucci. L’impatto sulla nuova stagione ha anche il suo appeal statistico. C’è da provare ad allungare la striscia ancora aperta di successi casalinghi consecutivi (13 tra regular season e play off) affrontando l’ultima formazione in grado di fermare i lupi nella stagione regolare. Nella circostanza s’interruppe la striscia record di 12 successi consecutivi. Al tempo stesso c’è da scacciare la tradizione negativa dell’esordio, appena due vittorie su sedici ed entrambe casalinghe contro Pesaro (l’anno scorso e nel 2009-10). Per farlo la Sidigas ritornerà in palestra quest’oggi. Ieri giornata di riposo dedicata a terapie, bagni e massaggi. In via di recupero Fesenko dopo la distorsione alla caviglia che ne ha fortemente pregiudicato il rendimento in Supercoppa.

"NON SAREMO UNA COMETA" - Il diesse Alberani, seppur sia carico e soddisfatto, resta guardingo: “Siamo contenti. Ci attestiamo ad un livello prossimo a quello di Reggio Emilia, Milano è lì, sopra tutti, così come da pronostico”. Avellino non sarà una cometa dei piani alti: “Sarebbe bellissimo fare un’altra semifinale. L’importante è confermare un certo spessore tecnico”. Osservati speciali erano i volti nuovi. Sul terzetto Obasohan-Randolph-Thomas c’è fiducia. “Sono soddisfatto. Devono imparare diverse cose: approcciare le partite ravvicinate, essere pronti mentalmente, saper sfidare giocatori che apparentemente non sono molto insidiosi”. Randolph ed Obasohan, strutture fisiche differenti ma prerogative offensive analoghe. Attaccare il ferro come prima opzione. Questa Sidigas però ha bisogno di capitalizzare eventuali scarichi derivanti dai mismatch favorevoli sotto le plance: “Obasohan ha fatto canestro, Randolph non avuto occasioni per tirare da fuori. Sono due giocatori importanti con buona duttilità”. L’emergenza ha portato Thomas nel ruolo di ala forte: “E’ una soluzione dovuta agli infortuni ed ai falli. Non credo che la cavalcheremo. Abbiamo quattro lunghi quattro. Anche se ne dovesse mancare uno in qualche frangente di partita, gli altri possono reggere il reparto da soli”. Per Cusin e Fesenko un weekend da dimenticare: “La preparazione estiva ha complicato un po’ la vita ad entrambi. In generale penso che le prossime settimane saranno fondamentali prima che arrivino gli impegni di coppa a ridurre il numero degli allenamenti”. Sul discorso di eventuali innesti o modifiche in corsa e sulla disponibilità della società in tal senso, Alberani, che forse non conosce il film “Così parlò Bellavista” ed il personaggio del venditore di bare a rate, glissa con una battuta: “E’ come se ti chiedessi se hai scelto il colore della tua bara. Scherzi a parte, siamo convinti della bontà di quanto abbiamo messo su”.

IL RANKING DI ALBERANI - Il divario tra Milano e le inseguitrici, almeno quello viste in Supercoppa, sembra notevole e potrebbe anche aumentare. Quello che è accaduto nel calcio sembra acuirsi nel basket. “Da quando c’è la Champions League esiste un gruppo di squadre che disputano quasi sempre questa competizione. Ciò determina un vantaggio economico enorme rispetto alle concorrenti dei singoli campionati. Questo modello ha creato un’aristocrazia economica” parole e musica di Giorgio Tosatti a “La domenica sportiva” del lontano 19 marzo 2006, giusto dieci anni fa. Si parlava di calcio, ma i due mondi non sono lontani. Anzi. Alberani non si lancia però in analisi, ma ci consegna la sua griglia dei potenziali “Toto Cutugno” del campionato italiano: “Sassari e Venezia sono le prime inseguitrici, poi Reggio, noi e Cantù”.


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