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Euroleague verso i nastri di partenza, cambierà la formula?

di Redazione Pianetabasket.com

Con le prime due partite del Qualifying Round di martedi 23 settembre (VEF Riga-Strasburgo e Telenet Ostenda-Asvel Lyon) si darà il via alla nuova stagione di Euroleague. Per lquella che arriva sarà l'ultima stagione di una formula che, secondo il suo board, si deve adeguare per rimanere al passo con i tempo. Piero Guerrini su Tuttosport fa un'analisi della situazione e spiega quali dovrebbero essere le novità che Bertomeu ha studiato con l'approvazione del board.

"Si passa a una fase transitoria, 2015-2017, con il rinnovo delle licenze attuali, più una licenza annuale all'Alba Berlino e a un club della Francia. E non saranno concesse più di tre licenze ad ogni Paese. Otto saranno le "carte" annuali. Una per l'Italia. Dopo la transizione si passerà a un criterio più legato al merito sportivo: si assegneranno i posti per il 2016 seguendo l'ordine stabilito, ma da quell'anno le squadre campioni dei singoli Paesi avranno accesso all'Eurocup (a 36 squadre, l'Eurolega a 24).

Dopo la prima fase le 8 eliminate scenderanno in Eurocup e dovranno - ma si discute sul numero - piazzarsi fra le prime 8 della seconda Coppa per tornare in Eurolega la stagione successiva. Di fatto si creerà una struttura piramidale comunicante. Che infine funzionerà senza più licenze A, cioè diritti acquisiti. Il diritto sarà il merito sportivo, il piazzamento nella coppa, pur legato agli altri parametri. Il commissioner Bertomeu in Assemblea ha sottolineato che l'Eurolega deve raccogliere le migliori, una sorta di Superlega. E l'ultima edizione ha mostrato che non è così, perché quelle scese in Eurocup non hanno avuto successo. Si cerca stabilità.

Purtroppo, procedendo con il merito l'Italia potrebbe trovarsi entro 3-4 anni con una sola rappresentante in Eurolega se la A non cresce di livello. E qui entra in gioco la seconda parte del progetto. Perché tra i parametri, oltre a strutture, marketing, tv, si vuole creare un legame più rigido tra entrate e uscite, insomma un fair play finanziario tale da equilibrare il potenziale economico e di mercato.

Ovvio, nel basket i proprietari devono intervenire economicamente per pareggiare. Ma se la forbice è troppo alta si rischia. Secondo la fotografia attuale, un Efes Istanbul che ha solo 2.934 spettatori medi e però confeziona una squadra costosa, sarebbe controllata. Il piano è stato approvato all'unanimità lo scorso 9 luglio, ma deve essere sottoscritto dalle leghe nazionali entro il 1° marzo 2015, pena neo di regole e mercati, seppur senza norme simili, nemmeno a livello di tassazione, nei Paesi".

Dalla lettura dei propositi di Euroleague ci sembra di ricavare che il torneo si sta strutturando come un campionato sovranazionale con serie A e serie B mascherata da nome altisonante di Coppa Europa. Quindi non più un torneo con le migliori squadre del continente ma una struttura più vicina all'organizzazione della NBA, di cui non si possono seguire i parametri e si manifesta la mentalità europea dove tutti hanno il diritto di provarci e quindi non si uò ancora eludere il meccanismo di promozione/retrocessione. Solo con l'avvento di regole identiche in tutti i paesi dell'Unione Europea Euroleague Basketball potrà trasformarsi in una Lega identica alla NBA.


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