Se costretto dalle regole, Egidio Bianchi butterà fuori da Legabasket Reggio Emilia, Sassari e Trento?

19.04.2016 00:39 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
Se costretto dalle regole, Egidio Bianchi butterà fuori da Legabasket Reggio Emilia, Sassari e Trento?

In Legabasket non hanno ancora una chiara percezione di chi hanno messo in cima alla loro piramide. Ieri hanno spedito un nuovo presidente senza poteri e senza moral suasion a gigioneggiare con la FIP e con Gianni Petrucci per arrovellare argomenti capziosi e girare intorno al problema. Si dice che perfino quando sia stato chiesto alle tre società dell'Eurocup (Reggio Emilia, Sassari, Trento) di mostrare i contratti firmati con Euroleague Basketball, per vederne i termini e le clausole, essi non siano stati esibiti, raccontando di privacy e di penali. Al punto da dover dubitare della loro esistenza e della loro validità, se esistono. Ricordando poi la chicca della fretta di firmarli il 14 marzo a Barcellona, stando alle ricostruzioni giornalistiche, tre giorni prima dell'assemblea a Fiumicino di Legabasket alla presenza di Malagò per presentarsi con il fatto compiuto. Un coup de theatre che può aver impressionato certi tifosi, non certo Baumann.

Ma ritorniamo al nuovo presidente di Legabasket. Egidio Bianchi non è persona che può stare a fare il prestanome degli interessi particolari di Sardara o Della Salda. Perché le squadre sono 16, in Legabasket, e a parte Milano che gode (per caso) di un anno semisabbatico per farsi gli affari suoi prima di dover decidere da che parte andare, gli interessi di quelle che sono rimaste fuori dalla torta europea di Euroleague di diritto e di fatto non sono assolutamente tutelati. Dovesse vincere lo scudetto, per una Pistoia qualsiasi non si aprirebbero le porte delle ricche competizioni di Bertomeu... e il gap economico tra le prime e le ultime del campionato di serie A (ex-Beko che fuggirebbe a gambe levate come vedremo più avanti) diventerebbe insostenibile e irrecuperabile.

Senza giri di parole, se entro qualche giorno le tre "europee" non si rimangiano tutto scatterà la loro espulsione dai tornei FIP fino al minibasket. Niente playoff e rompete le righe anticipato, messe in stand by fino al prossimo ottobre senza nemmeno la copertura televisiva per un torneo dei bar tra di loro. Ricorso in tribunale? Con i tempi biblici della giustizia ci vorrebbero mesi, se non anni per avere una risposta. Nel frattempo che arrivi una sospensiva, playoff giocati da altri, scudetti assegnati ad altri, Supercoppa idem, iscrizione alla nuova stagione saltata. Considerato che i giocatori pagati per non giocare poi si stancano e si trasferiscono nelle squadre "vere".

Senza contare che la risposta potrebbe essere negativa. Perchè tra le regole dell'affiliazione di ogni società alla FIP c'è la numero 114, che al punto i) recita: "(le società devono) conformarsi alle norme ed alle direttive del C.O.N.I. nonché allo Statuto ed ai Regolamenti della Federazione Italiana pallacanestro, con espresso riferimento alla clausola compromissoria prevista dallo Statuto Federale". Ovvero: se non hanno l'autorizzazione del CONI e della FIP per iscriversi all'Eurocup, non hanno il potere di farlo da sole lo stesso. Se ne vadano a crearsi il loro campionato modello UISP piuttosto che CSI e si balocchino: la hanno esibita l'autorizzazione oggi? Altro mistero.

Crediamo di ritenere che il presidente di Legabasket che hanno accompagnato a Roma oggi abbia la capacità di buttarle fuori dalla stessa Lega se questa sarà la conclusione a cui si arriverà. Anche perché sarà un modo per affermare di avere un potere e di sapere gestirlo. E anche perchè sarà un modo per evitare la grana della richiesta danni della FIP per avergli causato un depauperamento della base di praticanti, degli sponsor in fuga da un campionato che ha appena perso tre delle otto migliori formazioni (Beko in primis), e sempre che sia stato sufficiente per non vedersi tolta dalla FIBA l'organizzazione del Preolimpico... e senza stare a vedere cosa potrebbe succedere nelle altre Nazioni, non avrebbe molta importanza. Se poi ai giocatori di queste squadre gli venisse negata la possibilità della Nazionale e di Eurobasket, Mondiali e Olimpiadi, potrebbe esserci la fuga, perché non è solo una questione di soldi.

E noi, che siamo alla base di questa piramide sportiva? Noi per i quali il macchinista del vapore sia un Baumann piuttosto che un Bertomeu rimane sempre la solita storia di qualcuno sulle nostre teste che gestisce un potere? Noi possiamo solo domandarci che basket vogliamo per il futuro.

1) Un elenco di franchigie associate in stile NBA in cui tifare Madrid o CSKA (non ce ne vogliano i milanesi) senza retrocessioni e senza storia, per di più senza un Draft nè una Università in cui crescere un sogno, in cui coltivare nuove leve - che nel progetto di Bertomeu non esistono. Il mondo del basket europeo fuori dell'Euroleague dovrebbe diventare un gigantesco mare di plancton per nutrire la balena dell'ECA.

2) Un basket di merito nella competizione in cui Avellino (perché è l'esempio di questa stagione, non per altro) arrivando in finale scudetto potrebbe ritrovarsi proiettata in una Champions League vera, con una piazza alle prese con un sogno che si realizza, che porta le grandi squadre europee nel Paladel Mauro, come è già successo qualche anno fa. Forse con qualche lustrino in meno di quanto promette Bertomeu di concederci attraverso la televisione, ma portando la pallacanestro tra la gente, dove il calcio ha costruito il suo mito.

Questo è il succo del problema. Risolto questo, sapremo come parlare di nuovi palazzetti, di sponsor, di società di pallacanestro. Non c'è il bene o il male, queste categorie le lasciamo a quei signori che litigano. C'è da decidere da che parte deve andare il mondo del basket europeo.