Franco Casalini ricorda quell'Olimpia del Grande Slam del 1988 in chiave 2021

Franco Casalini ricorda quell'Olimpia del Grande Slam del 1988 in chiave 2021

Il 1988 è l'anno dell’ultima Coppa dei Campioni targata Olimpia Milano e del Grande Slam che oggi si potrebbe replicare. Franco Casalini, coach di quella stagione, nell'intervista a QS tra rievocazione e ricerca delle analogie con cui si può replicare quel successo. Ecco alcune delle sue dichiarazioni.

Con la Final Four si riparte da zero. Sai che si parte da 0-­0 e che sei a 80′ da un possibile trionfo. Anche da una delusione, ma pensi di più alla vittoria. Devi avere la massima fiducia nei tuoi e io non potevo non averla. Penso si possa dire la stessa cosa per Messina. Anche ai tempi non eravamo favoriti, ma come fu per l’Aris, anche per il Barcellona può essere un’arma a doppio taglio. Loro sono quelli che hanno giocato meglio durante l’anno, ma l’Armani ha la forza per una sorpresa.

Le qualità di questa Olimpia. Non ha mai avuto una mancanza di resa rispetto agli obiettivi. È la base per aspirare al top. Il salto di qualità è mentale, Messina ha instillato la filosofia che in questi anni lo ha sempre portato a vincere. E poi l’innesto di giocatori che hanno già vinto tanto, come l’aggiunta di Hines e Datome a Rodriguez porta tranquillità, i compagni sanno che qualcuno sa come guidarli nelle difficoltà.

Analogie con gli “old boys”. Non solo la carta d’identità, ma lo spirito, anche se la nostra era una squadra offensiva, mentre questa lavora molto bene in difesa. Hines è quello che per noi era Meneghin, anche tecnicamente. Se tu stai giocando con lui avrai di certo più coraggio e convinzione, sai che se sbagli una cosa, lui la risolve. Anche Rodriguez è simile nella leadership a D’Antoni, una grande guida, sa come portarti fuori dalla tempesta.