A1 Femminile - Cinzia Zanotti: come Messina prima di Messina

A1 Femminile - Cinzia Zanotti: come Messina prima di Messina

Eccezionale intervista-ritratto di Cinzia Zanotti, allenatore e manager dell'Allianz Geas Sesto s. Giovanni, apparso stamani sulle pagine de La Repubblica edizione milanese realizzato da Luca Chiabotti.

Ben prima dell'arrivo di Ettore Messina col ruolo di plenipotenziario dell'Armani, c'era già a Milano una persona chiamata a gestire un club di basket della massima serie con un doppio ruolo tecnico e manageriale alla Sir Alex Ferguson. Cinzia Zanotti, allenatrice dell'Allianz Geas Sesto San Giovanni, ex azzurra, è il personaggio attorno al quale s'è concretizzata e stabilizzata una delle grandi favole dello sport italiano.

Quella del Geas, un club storico oggi tornato ai vertici della A-l, salvato dal fallimento economico da un benefattore, ancora oggi anonimo, che si era emozionato leggendo il proposito delle giocatrici di giocare gratis, in A-2, pur di salvare la società. Ma il lieto fine non sarebbe stato possibile se Cinzia Zanotti non si fosse assunta, nei confronti del Benefattore e dello sponsor Allianz, la responsabilità di gestire anche economicamente la società.

«Non è facile ricoprire un doppio ruolo - ammette la Zanotti - , non ho un manager o un presidente al quale chiedere rinforzi come fanno tutti gli allenatori, ma devo prima trovare all'interno del budget le risorse compatibili con le mie esigenze tecniche. Oggi che la situazione economica del Geas è tranquilla e risanata, e per questo va ringraziato Filippo Penati che, da presidente, ha agito per chiudere tutte le vecchie pendenze, sono felice di delegare di più».

Cinzia Zanotti è anche l'unica donna che allena in serie A. «Penso dipenda dal fatto che poche donne allenano e non da una discriminazione nei loro confronti. Dal primo giorno al Geas con le giovanili ho avuto un presidente che mi diceva 'tu devi allenare la serie A. E quando ci sono arrivata, alle spalle avevo comunque costruito qualcosa: credo che puntare sulle donne non in quanto tali ma perché sono brave, sia il miglior modo di valorizzarle».

Cinzia ha anche giocato a Milano in anni splendenti della pallacanestro femminile: «I ricordi rendono tutto più bello - dice -: palazzetti pieni, le migliori americane del mondo qui in Italia, tanti soldi che non ci sono più... Ma quello che è davvero cambiato è che non c'è più comunicazione tra il basket maschile e femminile. Alle mie partite a Milano assistevano Dan Peterson e Mike D'Antoni e tanti professionisti del basket. Oggi si guarda al basket delle donne con la puzza sotto il naso. Ma per una ragazzina è ancora possibile giocare a buon livello a Milano anche se come sport ha poco appeal e i numeri sono più bassi di una volta».

Cinzia Zanotti è stabilmente milanese da quasi 30 anni, dopo essere cresciuta a Cagliari e aver girato l'Italia da giocatrice professionista. «Milano è bellissima e non saprei cosa aggiungere. Vivo alla Bovisa che ho visto trasformarsi in questi anni. Quando sono arrivata, in giro si parlava ancora il milanese, poi ha subito mutamenti positivi anche attraverso anni difficili. Adesso è un bel quartiere, vivo anche grazie ai ragazzi del Politecnico, dal lunedì al venerdì. Il weekend è più problematico».

Da 13 anni fa la pendolare con Sesto San Giovanni, dove era esplosa come giocatrice. All'inizio era solo la mamma di una giovane cestista: «Consiglio gli sport di squadra per i nostri figli, perché noto quanto oggi sia difficile per loro comunicare. Vivere in una squadra li aiuta a esprimersi: quando ho iniziato a allenare non coglievo nelle ragazzine delle espressioni alle quali potessi fare riferimento per capirle, salvo voi ritrovare affetto e partecipazione nelle chat della squadra. Poi il basket: a me affascina la rapidità con la quale devi prendere delle decisioni, quasi senza pensarci. Molti genitori non scelgono la pallacanestro perché è uno sport coi contatti fisici, io invece credo che aiutino anche a esternare le emozioni».

L'Allianz Geas gioca la domenica, a Sesto San Giovanni. «Non possiamo competere con le prime tre, che hanno un budget triplo. Ma poi ci siamo anche noi e con un grande vivaio. Vogliamo consolidarci con le nostre forze, senza fare un euro di debito». Parola di manager. Che confessa: «Sinceramente, preferirei solo allenare...».