Crespi: la sfida di Vitoria così simile a Siena

Crespi: la sfida di Vitoria così simile a Siena

La Gazzetta dello Sport intervista Marco Crespi attraverso Luca Chiabotti. Ne esce fuori un ritratto #somethingdifferent di un allenatore attento e consapevole quanto sempre carico di entusiasmo.

Dopo gara-7 con Milano ha detto: «Potrei ritirarmi. Con questa squadra ho coronato il mio sogno di allenatore che inseguo da quando avevo 14 anni». Non si è ritirato... "Cerco un nuovo percorso per vivere un sogno diverso, sapendo che oggi grazie a Siena sono una persona più serena e un allenatore migliore".

La sfida è difficile: squadra rinnovata di livello, ma poco più che outsider nella Liga e in Eurolega. E tanta pressione. Scariolo che l'ha preceduta, secondo noi ha fatto un lavoro notevole, ed è finita male. "La difficoltà è che Vitoria, come Siena, ha un passato poderoso che ha fatto diventare il Baskonia un marchio che significa prestigio, forza, qualità. Il presente impone di confermare con ingredienti diversi quel marchio che non è banale, perché non tutte le squadre ce l'hanno. Nessun altro club ha cresciuto e lanciato tanti giocatori anche nella Nba come Vitoria, chi passa da qui sa che potrà raggiungere uno status più elevato. Il nostro successo dipende dal miglioramento dei giocatori e dal loro orgoglio di salire di livello non grazie ma vincendo con questa maglia".

Cosa succederà nel campionato italiano? "Ancora una volta, Milano pur cambiando ha tanta qualità che molto difficilmente potrà essere battuta in campionato. Le minori disponibilità eco- nomiche hanno portato tutte le squadre ad allargare la ricerca dei giocatori stranieri con un ricorso più massiccio all'usato sicuro".

Molti americani sono rookie usciti dal college, o provenienti da esperienze minori. Chi allena dovrà cominciare insegnando loro a giocare... "Nella mia idea di allenatore, lavoro per far migliorare Ress come un debuttante come Green. Oltre a Erick, ho avuto altre esperienze con rookie usciti dal college, DeMarco Johnson e Cameron Bennerman ed è stata la loro migliore stagione da professionisti perché la freschezza spesso supera l'esperienza, intesa come sapersi vendere bene. La soddisfazione più grande di un tecnico è vedere la squadra e i singoli giocatori crescere durante la stagione e penso che sia più bello fare il tifo per chi vedi lavorare e migliorare che per un trentenne che gestisce le sue statistiche".

Da esperto di mercato Usa, ci dà qualche nome su cui puntare? "Langston Hall, il play di Pistoia, un ragazzo che sa giocare in modo serio. E Josh Owens di Trento che l'anno scorso ha fatto il precampionato con noi a Siena. In Europa, guardate il mio Davis Bertans un'ala del 1992, preso dal Partizan. Potenziale fenomenale".