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- Scafati, Pini: “Siamo pronti alla battaglia con Sacripanti”

Puntata n° 5 del nuovo format Summer Talks, curato dalla pagina Instagram @passionegialloblu e Alberto Benadì vede protagonista Giovanni Pini, l'ala nativa di Carpi, fresca di firma con la con la Givova Scafati.
25.08.2023 12:00 di  Emiliano Latino   vedi letture
Giovanni Pini
Giovanni Pini

Giocatore esperto, fisico e grintoso, Giovanni Pini è un lungo molto solido e presente in area, con doti e qualità di ottimo difensore e buon rimbalzista. Nato a Carpi, in provincia di Modena, il 25 luglio 1992, Giovanni Pini è un’ala pivot di 205 centimetri per 100 kg, con importanti trascorsi sia in serie A2 che in serie A, nelle quali ha finora collezionato rispettivamente 255 e 122 presenze in gare ufficiali tra campionato, post-season e coppe.

Cresciuto nel settore giovanile della Nazareno Basket Carpi prima e della Pallacanestro Reggiana poi, il neo cestista scafatese entrava nel giro della prima squadra a partire dalla stagione 2010/2011, salvo poi avere un ruolo molto più importante nell’annata successiva, quella della promozione in serie A. Nel 2012/2013 veniva ceduto in prestito nella seconda categoria nazionale alla Biancoblù Basket Bologna, per poi fare ritorno a Reggio Emilia in massima serie, riuscendo a disputare nel 2014/2015 le prime finali scudetto della sua carriera ed a vincere l’EuroChallenge. Risale al 2015 la sua prima esperienza campana, sponda Scandone Avellino, dove, con coach Sacripanti in panchina, conquistava il terzo posto in regular season, una finale di Coppa Italia e una semifinale playoff. Nel 2016/2017, tornava in serie A2 per indossare la maglia della Scaligera Verona, prima del biennio alla Fortitudo Bologna (sempre in serie A2), dove conquistava la Supercoppa LNP e la promozione in massima serie. Nell’estate del 2019 faceva ritorno in serie A, accasandosi alla Virtus Roma. Poi, il ritorno a Verona, dove restava per due stagioni consecutive in serie A2, chiuse a 5,7 punti e 4 rimbalzi di media in 74 incontri ufficiali. Nel 2022, sempre in serie A2, per i primi mesi, indossava la casacca di Cantù, allenata da coach Meo Sacchetti, ma chiudeva la stagione agonistica nuovamente a Verona, in massima serie.

Manca poco al via della nuova stagione di Serie A che la impegnato con Scafati. Ci racconti le motivazioni di questa sua scelta e quali sono le sue sensazioni guardando anche il roster.

“Dopo il ciclo di Verona avevo voglia di rimettermi in gioco lontano da casa, cercando un progetto che mi potesse dare nuovi stimoli e motivazioni per la stagione a venire e in questo Scafati ha rappresentato la scelta migliore al momento giusto. La società è veramente di alto livello, ha fatto molto bene nelle passate stagioni vendendo sempre cara la pelle. 

Le sensazioni sono molto positive, siamo ancora agli inizi del precampionato quindi è difficile prevedere cosa potrà accadere, ma ci stiamo conoscendo sempre di più e vedo nei ragazzi tanta voglia di fare bene. La squadra è ottima sia dal punto di vista tecnico che fisico, ora ci vuole solo tempo e lavoro per far sì che si possa creare un gruppo solido sia dentro che fuori dal campo”.

Quest’anno ritroverà coach Sacripanti dopo l’esperienza di Avellino. Quanto ha influito la sua presenza nella sua decisione?


“Il rapporto con coach Sacripanti dura da tantissimi anni, precisamente dalla nazionale Under 20. E’ stata una vera fortuna avere avuto la possibilità di lavorare con lui fin dagli inizi della mia carriera. E’ un allenatore molto predisposto per fare questo tipo di mestiere a questi livello e condivido molto la sua gestione del gruppo e del lavoro, sia dal punto di vista umano che tecnico.

Durante la trattativa, che è durata comunque davvero pochi giorni, ho avuto l’occasione di parlare diverse volte con lui e sicuramente la sua presenza è stato un motivo in più per accettare la proposta di Scafati”.

Inutile dire che la vittoria del campionato di A2 con Verona sia stata un’emozione incredibile.

“Verona ha rappresentato un vero punto di riferimento, apprezzato da tutti e parte integrante del progetto. La vittoria del campionato è stata la ciliegina sulla torta a coronamento di una stagione incredibile che ha regalato grandi soddisfazioni al club, ai tifosi e a noi giocatori. 

Ad inizio stagione vincere il campionato non era tra gli obiettivi ed essere riusciti a ribaltare i pronostici ha regalato ancor di più gioia. Il legame con la piazza è davvero speciale e sono ancora in contatto con moltissimi amici di Verona che tutt’ora sento con molto piacere”.

E quel passato alla Fortitudo…

“Fin da bambino ho sempre sentito tanta influenza del basket bolognese e reggiano. La Fortitudo è stata la mia prima squadra del cuore ed essere riuscito a giocarci per due anni è stato molto piacevole. Ogni volta che scendi in campo con quella canotta sai di avere tanta responsabilità sulle spalle indipendentemente dalla categoria.

Sono stati due anni molto positivi, soprattutto l’ultimo, dove abbiamo espresso un’ottima pallacanestro che ci ha portato alla vittoria in campionato che ha regalato tanta gioia a tutta la squadra. L’augurio che faccio ai tifosi e alla nuova società è che possano tornare nella massima categoria, lo meritano loro e la loro storia”.

Parliamo di Avellino.

“L’esperienza di Avellino è stata bellissima, ho conosciuto una terra e un popolo che non conoscevo tanto bene, ma che mi ha arricchito davvero tanto.  Li ho lasciato moltissimi amici che sento quotidianamente con grandissimo piacere. Il roster era di primissimo livello, composto da giocatori affermati sia in Italia che in Europa guidato da un grande coach come Sacripanti. Sicuramente una delle più grandi soddisfazioni che abbiamo provato come squadra è stata quella di aver riempito il palazzetto durante le semifinali scudetto con un'atmosfera davvero incredibile.

Tra i giocatori che mi hanno più impressionato quell’anno sono stati: Maarty Leunen, per la sua incredibile conoscenza della pallacanestro da Eurolega, Joe Ragland per la sua capacità nel prendersi la responsabilità in momenti critici della partita senza mai tirarsi indietro, James Nunnally per il suo incredibile talento e Alex Acker per la sua grandissima professionalità”.