Lega A - Cantù con un Sodini sempre sorridente "Mica lavoro in miniera!"

Lega A - Cantù con un Sodini sempre sorridente "Mica lavoro in miniera!"
© foto di foto Severino Bigi

Non si può negare il fatto che Marco Sodini sia l'allenatore del momento in Italia. Anche perché, come il suo collega Paolo Galbiati alla Fiat Torino, nell'ambiente non c'è molta fiducia negli assisten coach per cui la loro promozione a head coach fa sempre storcere il naso a diversi "espertoni" del settore. E' lui stesso che lo spiega ad Andrea Barocci del Corriere dello Sport:

«Avevo scelto di fare il vice allenatore quando sono uscito dal settore giovanile del Don Bosco Livorno, 10 anni fa. Nel 2007 ebbi la fortuna di avere 13 offerte di lavoro. Ho deciso divedere come funzionava 0 professionismo e di andare a fare l'assistente in A2 invece che l'head coach in B1. Il problema è che la struttura italiana è estremamente settoriale; così mi sono trovato a rimanere invischiato nell'essere assistente pur non essendolo per taglio né per comportamento. La sostanza è che si pensa che un vice non ha l'esperienza per fare il capo allenatore. E dopo un po' questa situazione è il classico cane che si morde la coda: io non posso avere esperienza se non mi permettono di farla Poi in A2 non conoscono quasi per nulla gli assistenti della A. Per cui, dopo 3 anni da vice alla Virtus Bologna, per molti non ero ancora pronto per la A2. Addirittura per un anno e mezzo, non volendo accettare l'assistentato in A, non ho avuto squadra».

Sempre sorridente. «Ma io faccio basket, mica vado a lavorare in miniera! Inoltre non sono arrabbiato, mai. Lo divento quando la mia squadra crede che io lo sia».

Cantù: motivare i giocatori nell'emergenza. «Gli ho ricordato che avevano iniziato a giocare per passione, e che a quella passione dovevano ritornare. L'emergenza societaria ha portato ad enfatizzare ed esasperare anche nostri successi. Poi ci sono state delle situazioni "estreme" come la vittoria contro Milano nei quarti di Coppa Italia, o quella con Avellino, o a Torino. I "tecnici professionisti" dicevano che eravamo la 16a squadra del ranking. Così io ho cercato di consapevolizzare i giocatori del fatto che in realtà non era vero...»