Romeo Sacchetti "Ritmo e corsa, la nostra pallacanestro paga"

Romeo Sacchetti "Ritmo e corsa, la nostra pallacanestro paga"

A un giorno dall'inizio ufficiale della stagione, che avviene proprio a "casa sua" nella tana della Dinamo Sassari, tocca a coach Sacchetti, che si ritrova fra le mani una squadra veramente in grado di puntare al gradino più alto del podio, essere intervistato da Vincenzo Schiavi per la Gazzetta dello Sport

Che Dinamo vedremo? «Vorrei giocare un basket ancora incentrato sul ritmo e la corsa. Nel passato è stata una scelta obbligata per mascherare certi difetti di Travis e Drake, ora diventa un'opzione visto che ho giocatori che comunque non vanno a 1 all'ora. Il nostra filosofia rimane quella di sempre».

Ovvero una pallacanestro spettacolare che punta a farne uno più dell'avversario. Ma cos'è lei, una specie di Zeman del basket? «Spesso hanno detto che la nostra pallacanestro è bella ma poco proficua. Non mi sembra: abbiamo ottenuto una promozione in A, conquistato l'Eurolega e vinto una Coppa Italia. Se poi il nostro palazzetto è sempre pieno è anche perché offriamo un prodotto che alla gente piace. Io come Zeman? Qualche analogia probabilmente c'è, ma lo lascio dire a voi».

Supercoppa e la sfida contro Roma. Ci inquadri il primo evento della stagione. «Importante perché si gioca a casa nostra. Quattro squadre competitive con Milano che ha qualcosa in più ma non sempre vince il più forte. Vorrei potermela giocare al massimo delle nostre potenzialità».

Milano? «Siamo una buonissima squadra che ha bisogno di trovare la chimica per diventare molto competitiva. Siamo attrezzati così come lo sono Reggio Emilia e Venezia che ha un grande coach, senza dimenticare Cantù e Roma. Certo, io non vorrei mai trovarmi di fronte questa Sassari».

In Eurolega per arrivare dove? «Per giocarci le nostre chance e provare a passare il turno. Non verrà presa sotto gamba perché sarebbe offensivo. Siamo orgogliosi di esserci: l'Eurolega è la massima espressione dopo la Nba e ti schiude nuovi orizzonti. Prima i giocatori neanche sapevano dove fosse Sassari, adesso che siamo nell'Europa che conta, sono loro a cercarci».