Sato in Grecia destinazione Pana

17.07.2010 11:05 di  Matteo Marrello   vedi letture
Fonte: Corriere di Siena

Si apre un weekend caldo, e non solo per le temperature torride che lo accompagnano. Da ieri la Mens Sana sa di avere una nuova maglia da appendere sul soffitto, ed è quella di Romain Sato. Da giorni il centroafricano era al centro di un fuoco di fila da parte delle super potenze europee e anche della Nba, il presidente Ferdinando Minucci ha fatto i salti mortali per trattenere il fenomeno, offrendogli un triennale a cifre importanti e facendo leva sul grande amore che ha sempre legato il numero 10 alla città e ai tifosi. Il giocatore, c'è da giurarci, non ha dormito a cuor leggero, ma alla fine ha deciso di mettere a frutto una stagione, l'ultima che lo ha consacrato sulla ribalta internazionale come mai prima. Così ha detto di sì alla Grecia e ad Atene. Non finirà, però, all'Olympiacos, come sembrava fino a ieri mattina. A sorpresa, lavorando sotto traccia e senza clamori, a portarsi via il gioiello è il Panathinaikos, che ha messo sul tavolo un triennale da 7 milioni e mezzo di dollari netti. Prendere o lasciare. Siena ha alzato le braccia, impossibile rilanciare o rispondere. Sato ha preso, indosserà la canotta dei Green e la sua, griffata Mens Sana, sarà issata sotto le volte del palasport accanto a quelle di Kaukenas, Mclntyre ed Eze. Il tributo per gli eroi, per chi ha vinto almeno 3 scudetti a Siena. La storia del "brutto anatroccolo" pescato in Legadue e capace di diventare cigno in pochi mesi adesso avrà un nuovo capitolo. E pensare che l'avversario più temibile sembrava la Nba, da dove i Dallas Mavericks chiamavano a gran voce. Un contesto di assoluto prestigio che avrebbe potuto far brillare gli occhi a Romain, interessato a giocare nel massimo contesto mondiale come capita a chiunque faccia il cestista di professione. Lui, però, era stato chiaro: i parquet scintillanti degli Usa li voleva calcare, non aveva intenzione di stare a guardare i compagni e, ogni tanto, trovare spazi fra i Pro nel garbage time, situazione oltretutto già vissuta anni fa con indosso la canotta degli Spurs ed in mano l'asciugamano, da roteare incitando gli altri. I Mavs, in tutta onestà, una leadership sul parquet al cestista di Bimbo non potevano correre il rischio di affidarla dall'oggi al domani e qui sta il nocciolo della questione, perché certo Sato non sarà mai tipo da presentarsi in un ambiente nuovo in maniera e con richieste arroganti (ricordate la storiella del "grazie" ripetuto all'assistant-coach di San Antonio ad ogni passaggio ricevuto durante le sessioni di tiro? Beh, è passato un po' di tempo ed il curriculum del giocatore si è ingrossato di esperienze e successi, ma lui è rimasto una persona con valori morali assoluti), però a 29 anni compiuti la chance della vita avrebbe voluto giocarsela fino in fondo. Quando ha capito che nella terra del petrolio non aveva grandi chance di essere protagonista, ha preferito rimanere da questo lato dell'Oceano. Però, per farlo, ha lasciato nell'armadietto i panni che ha vestito dal 2006 ad oggi, ha declinato la proposta, importante (anche sul piano economico), formalizzata dal presidente Ferdinando Minucci e ha riconsegnato quellamaglia biancoverde con il numero 10 che gli ha permesso di raggiungere i traguardi e gli awards collezionati negli anni. Adesso proverà a fare altrettanto all'ombra del Partenone, in una piazza dove la pressione è compagna di vita e dove fallire l'accesso alle Final 4 di Euroleague è considerato un fallimento stagionale. Un bell'esame di maturità per l'eroe del Palamensana.
Matteo Tasso