Gli sponsor della NBA valgono oltre 1,1 miliardi di dollari

Fonte: Benedetto Giardina - Il Sole 24 Ore
Gli sponsor della NBA valgono oltre 1,1 miliardi di dollari

Ventuno patch su altrettante divise, per un giro d'affari di circa 150 milioni di dollari. La prima stagione della Nba con le sponsorizzazioni sulle maglie ha innalzato ulteriormente l'asticella sul fronte ricavi per ciò che riguarda gli introiti pubblicitari: se nel 2017 la lega professionistica di pallacanestro americana aveva superato la soglia degli ottocento milioni di dollari di soli sponsor, portando a casa 861 milioni (pari a circa 720 milioni di euro), i nuovi accordi siglati collettivamente con Nike e singolarmente con i vari patrocinatori hanno fatto salire i ricavi oltre il miliardo di dollari, come rivelato anche dall'ESP Sponsorship Report dell'agenzia di sponsorship IEG. Da un lato il «baffo» dell'azienda dell'Oregon, che dalla stagione appena terminata campeggia sulle canottiere e su tutto il materiale sportivo delle trenta squadre, dall'altro una patch dedicata agli sponsor delle singole franchigie, che in media hanno ottenuto circa nove milioni di dollari a testa da ognuno di questi accordi: da un minimo di cinque milioni ad un massimo di venti, ovvero quelli che annualmente entrano nelle casse dei Golden State Warriors grazie al contratto da record siglato con Rakuten.

La novità della stagione ha dato così nuova linfa ad una lega che nelle ultime sette stagioni ha registrato una crescita esponenziale dei ricavi pubblicitari e da sponsor, al punto da sfiorare la soglia degli ottocento milioni di dollari già nel 2016. Lo scorso anno il record è stato fissato a quota 861 milioni e quest'anno si è già certi del superamento del miliardo principalmente grazie all'apertura storica allo sponsor di maglia. Tutto questo con un evidente ritorno per le aziende che «prestano» il proprio logo alle squadre Nba: secondo uno studio condotto dall'agenzia GumGum Sports, solo le reazioni sui social media possono generare un potenziale di 350 milioni di dollari per gli sponsor. Una resa superiore alla spesa, che considerando anche le variabili legate ai risultati ottenuti sul campo, è inferiore alla metà della stessa cifra per tutti e ventuno i patrocinatori che hanno già siglato un accordo. Per regolamento Nba, i contratti di sponsorizzazione non possono coprire più di tre stagioni, anche per chi ha messo nero su bianco il tutto a stagione inoltrata. Come i Los Angeles Clippers, il cui accordo da7 milioni di dollari annui con Bumble è stato ratificato solamente nella parte conclusiva del campionato e sarà effettivo per altri due anni.

Durerà invece per altre sette stagioni il legame tra la Nba e Nike, che da questa stagione ha spodestato Adidas a suon di dollari. Ben 125 milioni all'anno, un totale pari ad un miliardo in otto anni per la casa d'abbigliamento sportivo americana, che ha provveduto anche a piazzare il proprio logo in bella vista, in alto a destra sulle tenute da gioco delle trenta squadre. Il balzo in avanti nel passaggio da Adidas a Nike è stato notevole: l'accordo entrato in vigore all'inizio di questa stagione ha portato nelle casse dell'Nba il 245% in più rispetto a quanto garantito dall'azienda tedesca, che ha fornito materiale tecnico alla lega per undici anni a partire dal 2006, subentrando alla controllata Reebok. Mai, però, il marchio è apparso sulle divise, cosa che Nike ha richiesto per poter mettere sul piatto una cifra mai vista prima nel mondo del basket statunitense. Da un lato il «baffo», dall'altro la patch della dimensione di circa 6 cm per 6 cm del partner ufficiale. E per le trenta franchigie Nba, nel 2018, gli sponsor fruttano oltre un miliardo di dollari.