In viaggio nel basket cinese: deve crescere, ma può diventare una potenza

 In viaggio nel basket cinese: deve crescere, ma può diventare una potenza

Giorgio Gandolfi propone, su La Provincia di Cremona, interessantissime osservazioni sul mondo della pallacanestro mondiale.

Mi vorrei oggi addentrare nel mondo del basket cinese, in attesa di partire per la quarta volta per la Cina. La prima esperienza è stata nel 1988, quando lavoravo alla Converse ed organizzai un camp a Beijing con la Nazionale giovanile cinese, la seconda e la terza nel 2016 e 2017 con l'Eurolega. Come ogni aspetto della vita di questo paese il governo controlla più o meno marcatamente anche lo sport. Il massimo campionato, la Chinese Basketball Association, CBA, è organizzato dalla Federazione, il cui presidente è il famoso ex giocatore della NBA Yao Ming. Vi partecipano, divise in due gironi, 20 squadre, che si incontrano tutte tra di loro. Pochi gli allenatori stranieri, che fungono da assistenti, ma in realtà sono loro i veri allenatori, con poche eccezioni come capi allenatori, tra cui Jonas Kazlauskas, già allenatore della Nazionale Lituana e da alcuni anni dei Guandong Southern Tigers, e Juan Antonio Orenga dei Guanzhou Long Lions, ex allenatore della Nazionale spagnola e che avevo portato in Cina nel 2017 per un Clinic.

Afferma Orenga: «C'è pochissimo tempo per allenarsi a causa delle lunghe trasferte e delle partite ravvicinate, anche tre o quattro in una settimana, e quindi si possono portare in minima parte avanti piani di miglioramento individuale e del collettivo». Ogni squadra è individuata con il nome della città o della provincia in cui gioca e con un soprannome, che si rifa in genere a nomi di animali, Tigri, Leoni, Balene, Oche, Squali, con talvolta il nome dello sponsor. I giocatori stranieri, soprattutto ex-NBA, sono pagati milioni di dollari, ed al più longevo del campionato cinese con ben otto stagioni, Stephon Marbury, già ottimo giocatore con i Knicks di New York, è stata eretta una statua al di fuori del Palazzetto dei Beijing Ducks. Anche due ex Vanoli, Von Wafer e Keith Langford hanno giocato in Cina. Nella classifica marcatori i giocatori stranieri la fanno da padroni, con il capocannoniere Pierre Jackson, una guarda con 39 punti di media, ed altri nove giocatori, sempre guardie, che lo seguono con almeno 30 punti a partita, tra cui due ex del campionato italiano, Marcus Denmon, visto a Brindisi, e Taylor Rochestie, già a Biella e Siena.

Oltre a questi anche altri ex del nostro campionato, tra cui Goudelock e Bourousis, visti a Milano, giocano in squadre cinesi. Dal punto di vista degli impianti vi sono realtà incredibili, con camp i con 15-20.000 posti, in stile NBA, ed altri ne stanno sorgendo con una rapidità impressionante. Come mi è capitato di assistere alle partite, si cerca di copiare la NBA, con cheerleaders e spettacoli vari, con una eccezione: la musica è suonata, spesso, per l'intera partita, senza interruzioni. Altri campionati, sempre professionistici, sono la National BasketballLeague, NBL, con 15 squadre, paragonabile alla nostra A2, e, sempre sotto l'organizzazione della Federazione, un campionato femminile la Women's Chinese Basketball Association , con 11 squadre. Infine, vi sono i campionati locali e regionali, sia delle scuole medie, che dei college, che non fanno parte della Federazione. Un mondo cestistico con un potenziale immenso dal punto di vista economico e di impianti, ma che deve ancora fare molti passi in avanti in vari aspetti del gioco e dell'organizzazione, ma che aspira a diventare una potenza anche nel basket e che ospiterà quest' anno il Campionato del Mondo.